quarta-feira, 30 de novembro de 2011

Seleção do Roupa Nova

Eis as minhas canções preferidas interpretadas por 4 dos 6 integrantes da banda. Infelizmente o Kiko e o Cléberson não fazem solo (a única vez que pude vê-los cantar foi no especial "Por acaso" quando cada um dos 6 interpretou uma parte da canção "Dona")

"Amar é" - Serginho Herval

"Bem simples" - Nando com a participação de Ed Motta

"Sensual" - Ricardo Feghali com a participação de Toni Garrido

"Show de Rock and Roll" - Paulinho com a participação da banda Fresno


"Toma conta de mim" - Roupa Nova

A canção 'Toma conta de mim",  interpretada pelo Serginho Herval, faz parte do CD e do DVD "Roupa Nova em Londres". Esse é o terceiro DVD da gravadora da banda, a "Roupa Nova Music" (os dois primeiros são o "Roupacústico" e o "Roupacústico 2") que ganhou o Grammy Latino em 2009 como melhor álbum pop contemporâneo. Eu não saberia dizer qual é a minha canção preferida nesse álbum, mas "Toma conta de mim" é uma delas.


L'importanza del pane




Il pane bianco contiene il 60-64% di amido, proteine vegetali (dal 7 al 9%), vitamine B1 e B2, sali minerali. Il pane migliore è quello "comune", leggermente bigio, confezionato con farine non eccessivamente raffinate. Costa meno perché ha un prezzo vincolato, ed è privo di grassi (strutto in particolare): di solito bisogna richiederlo perché in negozio non si trova in evidenza.

Il pane bianchissimo si definisce pane speciale o pane di lusso, per l'aspetto invitante e appetitoso. Dal punto di vista nutritivo però è meno ricco di vitamine del complesso "B" del pane comune. Inoltre contiene grassi e additivi (emulsionanti e conservanti) non ammessi nel pane comune.

Il pane integrale (si ottiene dalla farina di grano dalla quale sono state rimosse le particelle di crusca più grossolane) è più ricco di vitamine e di sali minerali, però la fibra che contiene stimola i movimenti intestinali e determina uno svuotamento più rapido. Di conseguenza molti principi nutritivi non sono utilizzati. Ecco perché non è prudente mantenere a lungo una dieta troppo ricca di fibre.

I prodotti sostitutivi del pane (grissini, crackers, fette biscottate) sono di più facile digeribilità perché consentono una più facile masticazione (gli enzimi della saliva possono agire più intensamente sull'amido cotto). Rispetto al pane comune però contengono un quantitativo minore di vitamine e un minor quantitativo di acqua per cui, a parità di peso, danno un apporto calorico maggiore.

Non è possibile dare un'indicazione precisa sulla dose ideale giornaliera di pane, perché bisogna calcolare anche la dose di carboidrati consumata sotto forma di pasta, riso, patate, biscotti, zucchero.

Dovendo conservare il pane per più giorni è preferibile riporlo nel congelatore o nel freezer piuttosto che nei ripiani del frigorifero normale.

Torta di pane alla frutta

Ingredienti:
250 grammi di pane raffermo, un litro di latte, 4 cucchiai di cacao amaro, 2 manciate di frutta fresca (fragole, pesche, more, mirtilli, lamponi), una manciata di mandorle, 150 grammi di zucchero, mezzo bicchiere di marsala, 2 bustine di vaniglina, un cucchiaio di polvere di cannella, noce moscata, mezzo vasetto di gelatina di lamponi, 2 limoni, burro e pane grattugiato.

Per 6 persone
Tempo di preparazione: un'ora e 10 minuti + il riposo del pane

Preparazione:
La sera precedente mettete a bagno il pane nel latte. Il giorno dopo passatelo al passaverdure e fatelo cadere in una terrina. Aggiungete il cacao, la frutta pulita e tagliata a pezzettini e 2 cucchiai di mandorle tritate. Mescolate bene, quindi unite la scorza grattugiata dei limoni, lo zucchero e il marsala, del quale terrete da parte un cucchiaio. Profumate con la cannella, la vaniglina e abbondante noce moscata grattugiata e mescolate ancora. Versate il composto in una tortiera con cerniera imburrata e cosparsa di pangrattato e cuocete la torta in forno a 180º per circa 40 minuti. Su fuoco bassissimo diluite la gelatina di lamponi con il marsala tenuto da parte. Cospargetela con le mandorle tritate rimaste e servitela con la torta.

("Mangiar sano" - testo del dottor Renzo Pellati e ricetta di Patrizia Novak - rivista Grazia)


L'importanza dell'olio




Generalmente oggi abbondano nella dieta i grassi animali (salumi, formaggio, latte, burro), mentre difficilmente raggiungiamo la quantità ottimale di grassi vegetali. E alcuni grassi vegetali sono importanti perché forniscono all'organismo acidi grassi "insaturi" fra i quali si trovano i cosiddetti essenziali, il più importante dei quali è l'acido linoleico (il termine "essenziali" significa che l'organismo non riesce a farne a meno, deve introdurli con l'alimentazione).

Anche gli olii vanno però usati con prudenza. Per una buona salute, non esiste infatti l'alimento che fa sempre bene: tutto dipende dalle dosi.

La differenza che esiste fra l'olio proveniente dalle olive e quello proveniente dai semi vegetali (mais, arachide, girasole, soia) risiede nella composizione degli acidi grassi. L'olio di oliva contiene acido oleico e dosi moderate di acido linoleico (10%).

L'olio di semi è più ricco di acido linoleico (40-50%), una sostanza che è in grado di prevenire l'innalzamento del tasso di colesterolo nel sangue. Il rapporto fra acido oleico e acido linoleico presente nell'olio di oliva viene considerato però ottimale per una buona salute.

Fra i vari tipi di olio d'oliva é preferibile scegliere quello "vergine" perché, con questo termine, il legislatore ha inteso definire il prodotto derivato dal frutto dell'oliva, senza nessun trattamento chimico.

Non esiste l'olio magro, ogni grammo di grasso, qualunque esso sia, apporta 9 calorie. È preferibile usare gli olii allo stato crudo. Dovendo friggere è importante non riutilizzare i condimenti grassi.

Insalata con maionese all'arancia

Soncino con le uova sode

Ingredienti:
200 grammi di soncino, 2 mazzetti di rucola, 150 grammi di gamberetti freschi o surgelati, un tuorlo d'uovo, 2 decilitri d'olio d'oliva, il succo di un quarto di limone, un decilitro di panna freschissima montata, un'arancia, un cucchiaio di brandy, sale, pepe, un pizzico di zucchero.

Per 4 persone
Tempo di preparazione: un'ora

Preparazione:
Versate in una ciotola il tuorlo d'uovo, unite mezzo cucchiaino di sale, un pizzico di pepe e un cucchiaino di succo di limone e mescolate nello stesso senso, col cucchiaio di legno, fino a quanto tutti gli ingredienti saranno perfetamente amalgamati. Aggiungete qualche goccia d'olio, sempre mescolando, poi versatelo a filo mescolando più in fretta. Man mano che la maionese diventa più densa, diluitela con il succo di limone rimasto. Alla fine aggiungete uno o due cucchiai di acqua bollente: la maionese sarà così pronta. Naturalmente potrete accelerare quest'operazione utilizzando il frullatore: in questo caso usate l'uovo intero, non solo il tuorlo, e alla fine non aggiungete l'acqua bollente. Lavate con cura l'arancia, grattugiate la buccia e versatela in una ciotola. Aggiungete il succo filtrato, il brandy, una presa di sale e pepe, lo zucchero e infine la maionese. Per ultimo incorporate la panna montata. Lavate e sgrondate il soncino e la rucola. Se usate i gamberetti freschi, cuoceteli prima in acqua salata, poi sgusciateli e lasciateli raffreddare. Se invece usate quelli surgelati, lasciateli semplicemente scongelare. Riunite in una ciotola la rucola, il soncino e i gamberetti e condite con la maionese.

("Mangiar sano" - testo del dottor Renzo Pellati e ricetta di Patrizia Novak - rivista Grazia)


terça-feira, 29 de novembro de 2011

Reações inconscientes - André Lima


Eis mais um texto interessante que recebi por email do terapeuta de EFT (Acupuntura Emocional sem Agulhas), André Lima.

Estava ministrando um curso de quando uma aluna fez a seguinte pergunta: “Me veio agora em mente  um pensamento para ensinar EFT para uma determinada pessoa. Por que me surgiu esse pensamento?”.Achei a pergunta um tanto estranha e respondi apenas dizendo “eu não sei”, por que realmente eu não tinha como ter essa resposta. Além disso, dentro do que estava sendo debatido, a pergunta também não trazia maiores contribuições para o assunto, era bem irrelevante, portanto seria melhor seguir adiante.  Alguns dos alunos acharam engraçada a pergunta.

Diante da minha resposta, a aluna se queixou que era a segunda vez durante o curso que ela se sentia desrespeitada. Que havia feito uma pergunta anteriormente e as pessoas riram, e que a resposta que eu dei não seria a resposta que um professor deveria dar. Enquanto falava isso, começou a chorar. Falei que não era intenção de ninguém desrespeitá-la, nem minha nem de nenhum outro aluno, que talvez a forma como ela havia falado teria sido um tanto engraçada,  e que algumas pessoas riram por isso.Falei também que eu realmente não sabia a resposta quenão teria como dizer nada além do “eu não sei”.

Essa mesma aluna se candidatou a receber uma sessão de EFT comigo logo em seguida. Durante os cursos, eu faço sessões de EFT com alunos que queiram ser voluntários diante da turma. Ao trazer uma situação para ser trabalhada, ela lembrou que, uma vez em sala de aula quando era criança, havia feito uma pergunta onde todo mundo caiu na gargalhada, inclusive a professora. Ao contar essa situação, a lembrança vinha carregada com sentimento de mágoa, vergonha e choro.

 Neste momento, deu para entender perfeitamente a reação anterior da aluna durante a aula. De quem é que ela estava com raiva e por que estava se sentindo desrespeitada na verdade?A carga emocional de um evento do passado ainda carregado de sentimentos brotou, levando a aluna a ter uma reação inconsciente.

Quando temos esse tipo de reação, muitas vezes não fica clara a conexão com uma situação semelhante mal resolvida do passado. Apenas sentimos algo negativo e vamos responsabilizar alguém ou alguma situação presente como sendo a causadora do nosso mal estar. Foi exatamente o que ocorreu com a aluna. Só que logo em seguida ela se lembrou da situação passada e resolveu trabalhar os sentimentos em uma sessão de EFT. Ao relatar este evento, surgiram sentimentos de raiva, vergonha, tristeza e outros, e fomos limpando um a um com a EFT.

O resultado foi que em poucos minutos, aquela lembrança perdeu todo o peso emocional e ela mesma começou a rir da cena, enxergando agora que ela realmente havia falado de forma engraçada na escola. Os sentimentos negativos distorcem completamente a visão dos acontecimentos. Quando os dissolvemos a nossa percepção do que ocorreu muda completamente e não raras vezes vejo as pessoas rirem de fatos que há poucos instantes as faziam chorar.

Uma situação como essa, aparentemente boba, fica mal resolvida dentro de nós e provoca uma série de reações inconscientes ao longo da vida prejudicando nossos relacionamentos.  A aluna relatou também que na relação com o marido e filho eles eram impacientes com suas perguntas e ela se sentia rejeitada com isso. Limpamos também esses sentimentos com a EFT,  novamente ela começou a rir das suas reações depois que as emoções foram liberadas.

O que ocorria é que, por uma carência emocional, ela precisava o tempo inteiro fazer perguntas bobas, onde as pessoas não tinham como dar respostas. Fazia perguntas infantis no intuito de obter atenção, apenas para engatar uma conversa. Quando uma criança faz perguntas assim tudo bem. Mas quando um adulto, movido por uma carência interior age dessa forma, vai causar irritação. Ainda mais no relacionamento com homens, que tendem a ser mais objetivos e gostam de resolver problemas. Ou seja, quando a mulher pergunta algo para o marido, ele não entende que ela esteja querendo apenas conversar. Ele sente um impulso de obter uma resposta prática para a situação, pois é da sua natureza. Como as perguntas dela não podiam ser respondidas dessa forma, o marido acabava vendo aquilo como algo totalmente sem sentido e ficava impaciente, dando respostas curtas e grossas do tipo “eu não sei”. Compreendi mais profundamente a reação dela a resposta que eu havia dado.  “Você respondeu igual ao meu marido”. Foi o que ela disse em outro momento.

No nosso dia-a-dia temos esse tipo de reação inconsciente o tempo inteiro nas relações interpessoais e diante dos fatos da vida. O sentimento negativo guardado de um fato passado vem a tona e molda nossos pensamentos e ações, sem que a gente se dê conta do que realmente está por trás da nossa forma de sentir e agir. Teremos uma forte tendência a justificar a nossa reação e culparemos as pessoas e situações ao nosso redor. É como se aquela dor que ficou guardada do passado não quisesse  vir a tona para se liberada. Ela cria uma um sistema de auto defesa e auto alimentação. Cada situação nova que ocorre, serve para alimentar e ampliar o sofrimento interior guardado. Os sentimentos negativos criam vida própria, e não desejam ser dissolvidos. É preciso muita atenção e auto observação para enxergar esses mecanismos e não cair na armadilha de perpetuá-los.

Outra vez recebi um email de uma leitora. Ela se queixava que havia entrado em contato anteriormente e que eu não havia respondido.Falou que estava decepcionada mas que isso era normal, que o ser humano é assim mesmo. Respondi que não recebi nada dela anteriormente, e que esse era o primeiro email dela que chegava na minha caixa. Quando ela me respondeu, pediu desculpas pela forma como havia escrito anteriormente  e em um tom bem humorado disse que naquele dia estava se sentindo frustrada por outras situações e que“acabou sobrando pra você”.

Existem inúmeras situações do passado que ficam mal resolvidas e passamos a vida reagindo sendo influenciados por esses sentimentos: mágoas, críticas, perdas, frustrações, traições, medos, tristeza, rejeições. Muitos andam como se fossem uma bomba relógio esperando apenas uma oportunidade para explodir emocionalmente, projetando seus sentimentos mal resolvidos em situações do presente. E muito desse material vem lá da infância, da relação com os pais e a família.

Por isso que é muito importante acessar e limpar esses eventos.Não importa se você vê a influência deles no seu presente. Na maioria das vezes você não terá essa consciência do quanto eles são prejudiciais. Comece a dissolver esses sentimento e certamente sua vida ficará mais fácil, suas reações mais sensatas e maduras.


André Lima – www.eftbr.com.br      (081) 8721-2534




sábado, 26 de novembro de 2011

Se ela quisesse (La voglia, la pazzia) - Toquinho e Ornella Vanoni



Toquinho canta "Se ela quisesse" na TV italiana

Ornella Vanoni canta "La voglia, la pazzia" com Toquinho


A banda (la banda)



"A banda" cantada pelo seu autor Chico Buarque de Hollanda em 1966


Mina interpreta a composição de Chico em português


Mina interpreta "La banda"


Silvia Biondi interpreta "La banda" no programa "Ti lascio una canzone 2010"


Greenfingers (Pollice Verde)

Colin Briggs e Fergus Wilks, detenuti in un carcere di minima sicurezza, scoprono di avere la passione per il giardinaggio. Grazie alla guida e alla competenza dell'esperta orticultrice Georgina Woodhouse, riescono a partecipare al prestigioso concorso floreale dell'Hampton Court Palace. Il film sono riuscita a vederlo nella TV privata, ma in Brasile purtroppo non è uscito in DVD.


Trailer del film "Greenfingers" (in inglese)



Sliding doors

"Sliding doors" (De caso com o acaso)  é um filme britânico-americano de 1998 com Gwyneth Paltrow e John Hannah. Infelizmente não consegui assisti-lo no cinema,  mas agora graças ao Youtube consegui vê-lo.

Sinopse

Em uma certa manhã em Londres, ao chegar ao trabalho Helen (Gwyneth Paltrow) é despedida de uma firma de relações públicas. Quando volta para casa, as portas do metrô se fecham. Deste instante em diante pode-se ver em acontecimentos paralelos o que aconteceria na vida de Helen se tivesse pego o metrô ou se não tivesse. Em uma realidade Helen pega o metrô, conhece James (John Hannah) e chega em casa para achar Gerry (John Lynch), seu namorado, que a está  traindo com Lydia (Jeanne Tripplehorn), uma ex-namorada dele. Na outra realidade Helen perde o metrô, é assaltada, vai para o hospital e chega em casa para achar Gerry sozinho no chuveiro, pois Lydia já tinha ido embora. As duas realidades avançam paralelamente. Na primeira Helen deixa Gerry e inicia uma relação com James; na outra Helen leva uma vida desgastante, pois trabalha arduamente como garçonete, para sustentar a ela e a Gerry, que supostamente está escrevendo um livro mas na realidade continua tendo um tórrido caso com Lydia.

(texto extraído do Wikipedia)




Cena principal do filme (dublado em italiano)


Trailer do filme (em inglês)







4 frases neuróticas e as respectivas frases de cura


Eu sou assim - EU ERA ASSIM

Não posso evitar isso - POSSO MUDAR ISSO, SE ME ESFORÇAR

Sempre fui assim - VOU SER DIFERENTE

Esta é a minha natureza - ISSO É O QUE EU PENSAVA QUE FOSSE A MINHA NATUREZA



Cura por Chris Allmeida

L'importanza della melanzana




Gli arabi hanno dato un notevole contributo alla diffusione della melanzana in Europa a partire dal 1400. Questa verdura infatti ha sempre goduto di una larga diffusione nei paesi del medio-oriente. In Italia e in Francia era già conosciuta nei secoli precedenti, però era stata giudicata con diffidenza dalla gastronomia ufficiale: era accusata di provocare la pazzia e per questo motivo fu battezzata con nome di "mela-insana".

In realtà la melanzana è un gustoso ortaggio scarsamente calorico, ricco di acqua, paragonabile alla comune insalata: 15 calorie per ogni 100 grammi di parte edibile. Irrilevante è il contenuto in grassi, proteine e glicidi: sono presenti piccole quantità di vitamine idrosolubili e di sali minerali. Apporta un discreto quantitativo di fibra.

Dotata di un piacevole gusto leggermente amaro, è presente in molte ricette della cucina regionale del Sud, ma spesso, purtroppo, viene cucinata con elevate dosi di condimenti grassi, per cui può risultare di difficile digestione (melanzane fritte, impanate, parmigiana di melanzane alla siciliana).

La medicina popolare ha talvolta attribuito al sapore amaro delle melanzane particolari virtù terapeutiche non confermate dalla moderna dietologia. Per eliminare comunque questo sapore (e i semi) è consigliabile affettare le melanzane, salarle, e poi lasciarle depositare una-due ore prima di cucinarle.

La melanzana è poco adatta per i bambini sia per il sapore amarognolo, sia perché non è possibile cucinarla in modo semplice. Ha però scarso valore nutritivo (sia quella di forma allungata che quella tondeggiante), quindi può entrare nei menù di coloro che seguono diete dimagranti facendo solo attenzione ai condimenti grassi che assorbono in notevoli dosi.

Un'ultima raccomandazione: conviene scegliere esemplari sodi, a pelle liscia, per avere garanzia che siano stati raccolti da breve tempo.

Pane ripieno di ratatouille

Ingredienti:
un grosso pane pugliese, 3 melanzane, 2 peperoni, una cipolla, 2 patate, 4 pomodori, olio, sale, basilico fresco, peperoncino piccante

Per 6 persone
Tempo di preparazione: un'ora e un quarto

Preparazione:
Mondate i peperoni dei semi e delle coste bianche interne e tagliateli a pezzi. Tagliate le melanzane a cubetti e senza sbucciarle cospargetele di sale per far fare l'acqua amara. Ungete appena d'olio un grosso tegame e versate i peperoni, le melanzane sciacquate, le patete a cubetti, i pomodori pelati e spezzettati. Cuocete un paio di minuti a fuoco alto, poi abbassate la fiamma e proseguite la cottura fino a quando l'acqua emessa dalle verdure sarà stata assorbita. Salate e profumate con qualche foglia di basilico e un pezzetto di peperoncino. Intanto tagliate a metà orizzontalmente il pane pugliese, scavatelo della mollica e bagnatelo leggermente d'olio all'interno. Passate le due metà in forno caldissimo, finché la crosta apparirà ben croccante. Farcite il pane con la ratatouille di verdure e rimettete in forno per 10 minuti.

("Mangiar sano" - testo del dott. Renzo Pellati e ricetta di Patrizia Novak - rivista Grazia)






Diário de vida - A minha homenagem ao talento de João Gilberto


Na minha postagem anterior coloquei 3 versões de uma canção italiana "Odio l'estate" e uma delas é interpretada pelo grande João Gilberto. Só para dar um exemplo de como o nosso querido cérebro funciona gostaria de relatar um episódio interessante que me aconteceu ontem. Estava dentro do ônibus e um rapaz resolveu cantar alto a música que estava ouvindo em seu aparelho. Reconheci a canção como sendo do Legião Urbana e apesar de gostar muito do Renato Russo fiquei incomodada com o jeito dele cantar. Comecei a procurar em meu arquivo "auditivo" alguma canção que me agradasse mais e me lembrei de "Joujou Balangandans" cantada justamente por João Gilberto.  Há alguns anos tive um namorado que tocava violão e cantávamos juntos essa canção. O incrível é que consegui cantá-la inteirinha dentro do ônibus (mas só mentalmente!!!). E a cantoria do rapaz simplesmente desapareceu para mim. Nada como colocar em prática os ensinamentos dos vários cursos de autoconhecimento que tenho feito!!! Vou colocar abaixo alguns vídeos de duetos do João Gilberto.


Um dueto delicioso do João Gilberto com Rita Lee cantando "Joujou balangandans"


Encontro maravilhoso entre João Gilberto e o maestro Tom Jobim interpretando "Chega de saudade"


João Gilberto canta "Chega de saudade"  com sua filha Bebel




quinta-feira, 24 de novembro de 2011

"Odio l'estate"- tre versioni della canzone di Bruno Martino



Interpretazione di Bruno Martino


João Gilberto interpreta "Odio l'estate" nel 1983


Vinicio Capossela dà alla canzone un'interpretazione "gilbertiana"


quarta-feira, 23 de novembro de 2011

E quando as pessoas nos são ingratas ? - André Lima

Mais uma vez estou encaminhando um texto interessante que recebi do terapeuta de EFT (Acupuntura Emocional Sem Agulhas), André Lima

De vez em quando surge esse tema em atendimentos de EFT e emails que recebo. Pessoas magoadas, desgostosas com a família, funcionários, parceiros ou com um mundo por considerarem que o ser humano em geral é ingrato. São casos onde as pessoas relatam que estão cansadas de ajudar os outros e ver que não vale a pena, pois acabam no final das contas não tendo reconhecimento. Muitas vezes acabam sendo desrespeitadas, traídas, ou abandonadas.

E por que será que isso acontece? Bem, quem passa pela experiência vai dizer que a culpa é do “ser humano”, alguns vão dizer que a humanidade não presta e outros vão falar que a natureza das pessoas é ingrata mesmo. Mas vamos analisar mais atentamente a questão.

Conheço muitas pessoas altruístas que não tem essa sensação de que  o mundo é ingrato, mesmo quando procuram ajudar os outros. Então certamente há uma forma diferente de sentir, agir e interpretar o mundo.
Existem formas diferentes de ajudar as pessoas. Diferentes tipos de sentimentos podem impulsionar alguém a ajudar. E dependendo do tipo de sentimento no qual a pessoa se sente motivada a agir, a ajuda vai gerar melhora nos relacionamentos ou irá causar problemas. Existem formas equivocadas de ajudar os outros. Vou explicar melhor.

Primeira forma equivocada: Quando ajudamos baseados na nossa necessidade em ajudar, sem que outro realmente queira ou solicite a ajuda.  Vemos alguém passando por uma dificuldade. Sabemos que há um caminho mais fácil ou temos condições de emprestar ou fazer algo que possa facilitar a vida da outra pessoa. Vendo essa situação, muitos vão ter um impulso de oferecer as soluções se colocando a disposição, pois sentem que um bom ser humano deve ser prestativo. Uns chegam a insistir em ajudar. O outro, que teoricamente precisa,  nunca busca a ajuda oferecida. O resultado é um sentimento de frustração daquele se ofereceu para ajudar.

Essa frustração ocorre por que o bom samaritano necessita de pessoas que precisam dele, para que ele possa se sentir importante. É ele quem tem uma necessidade emocional a ser preenchida e acaba tentando suprir essa carência de uma forma disfarçada, com uma fachada de altruísmo. O outro então está lhe negando a oportunidade de se sentir bem. Sendo assim muitos ficarão frustrados e outros até ficarão com raiva do terceiro que não quis ser ajudado.

Mas por que será que outro não quis a ajuda? Não temos como saber. As pessoas têm processos inconscientes que não há como descobrir. Não conseguimos entender nosso próprio comportamento, imagine se conseguiremos entender o de outras pessoas. Saber a razão não importa. O que importa é reconhecer que, tentar ajudar os outros baseado em uma necessidade própria de ter um vazio preenchido acaba em frustração.

Segunda forma equivocada: Ajudar para ser reconhecido.  Mesmo quando o outro aceita a ajuda, se o sentimento que move você a ajudar for a sua própria necessidade de ser reconhecido, haverá uma grande tendência que o outro não aproveite como você acha que deveria e não demonstrará gratidão como você esperava. Novamente o resultado é a frustração do bom samaritano. Isso ocorre em parte por que quem sente necessidade de ser reconhecido irá atrair mais situações onde essa necessidade vai reaparecer. O argumento que ouço de muitos é que elas ajudaram sem esperar nada em troca, nem mesmo o reconhecimento. Se isso fosse verdade, não ficariam magoadas nem tristes quando o outro não agisse conforme suas expectativas. Existe sempre nesses casos uma necessidade oculta em ser reconhecido que nem mesmo a pessoa está consciente. Mas essa necessidade sempre irá se revelar depois no relacionamento.

Terceira forma equivocada: Quando ajudamos com o sentimento de que outro não consegue se virar sozinho. Mais uma vez, é a nossa própria necessidade de sermos importantes.  As pessoas sempre conseguem dar um jeito em suas vidas, mesmo que esse jeito seja continuar com um sofrimento por tempo indeterminado. Mas elas precisam dessas dificuldades para o seu próprio crescimento.

Observe o seguinte mecanismo:  Uma criança que está aprendendo a comer sozinha mas que ainda se lambuza toda. O que acontece quando a mãe tenta ajudá-la a se alimentar? A criança fica zangada,  não quer ajuda. Ela deseja aprender sozinha com a dificuldade. E acabará aprendendo, desde que a mãe permita e não interfira tanto. A criança fica zangada por que a mãe está lhe tirando a oportunidade de crescimento.

Filhos de pais super protetores muitas vezes demonstram raiva e ingratidão quanto mais são “ajudados” pelos pais. Isso acontece por que inconscientemente estão sentindo que seus pais lhe tiram as oportunidades de aprendizado. Ainda que o filho aceite todas as ajudas oferecidas, esse sentimento de estar sendo prejudicado fica escondido e acaba de se manifestando de forma negativa no relacionamento.
 Vejo também esse mesmo processo ocorrer em a relação a outros parentes e pessoas que não são da família.

Então, sempre que a sua ajuda servir para tirar as dificuldades que o outro precisa para crescer o resultado será a falta de reconhecimento e a ingratidão. Mesmo que o outro aparentemente  aceite a ajuda. Inconscientemente ele está se sentindo prejudicado. A maior ajuda que ele precisa é que deixem ele passar pelas dificuldades. Mas nem ele mesmo sabe disso. Por isso, trata-se de um ato de amor para com o próximo deixar que ele enfrente seus desafios. Ainda que essa pessoa  peça  ajuda temos sempre que nos perguntar: Estamos ajudando essa pessoa a crescer com a nossa ajuda, ou estamos contribuindo para que ela fique estagnada? Há uma linha tênue. No reino animal, as mães sabem exatamente o quanto devem ajudar os filhotes e como ir gradativamente deixando com que eles se virem sozinhos.

Pessoas que conseguem ajudar na medida certa, sem prejudicar o crescimento de terceiros, e sem estar sendo guiadas pela própria carência interior em ser reconhecida, são sempre respeitadas e reconhecidas. O mais interessante é que elas não precisam do reconhecimento, mas ele acaba vindo mesmo assim, pois as pessoas vão se sentir gratas lá no fundo por terem sido verdadeiramente ajudadas em seu crescimento pessoal. Para verificar essa verdade, observe como os filhos tratam  pais que sabem dar limites e deixam que eles se virem e compare com o tratamento que os filhos super protegidos dão a seus pais.
Além de desvendar esse mecanismo, é importante limparmos com a EFT  os sentimentos de necessidade de reconhecimento e outras carências. Dissolvendo essa negatividade interior, nosso comportamento muda e passamos a sentir, sem precisar fazer esforço, qual a melhor forma de ajudar.

André Lima – http://www.eftbr.com.br/           (081) 8721-2534



   

               

Qual è la parola più bella in italiano ?


Copiando l'idea della mia amica Cristal (ho appena fatto la giapponese, vero?) vorrei chiedere a tutti che leggeranno questa pagina di scrivermi un commento dicendo qual è la parola prediletta in italiano spiegando il perché.

Grazie mille!!!


terça-feira, 22 de novembro de 2011

Diário de vida - Um italiano em São Paulo

Como já disse em outras postagens,  sou professora de italiano há quase 25 anos (2012 é o ano do meu jubileu de prata!!!). Já fui à Itália 8 vezes, mas faz 10 anos que não viajo para lá. Sendo assim, quando encontro um italiano aproveito para me atualizar um pouco. Geralmente os encontro em feiras no Anhembi ou é algum cliente de tradução juramentada. Todos eles no início falam comigo em português mas acabo vencendo porque respondo sempre em italiano. Vários italianos me contatam e o último que conheci faz pós em Filosofia na USP e quando vou entregar algum trabalho para ele, acabamos batendo um papinho.

É interessante saber a visão de um estrangeiro a respeito de nosso país, de nossa cidade e principalmente de nosso idioma. Uma coisa que chamou a sua atenção é o nosso costume de usar muito o diminutivo e o aumentativo e ele já percebeu algumas nuances. Por exemplo, "aquela garota é bonitinha", "ele é tão bonzinho". Aproveitei para contar o ocorrido com uma ex-aluna que apresentou um italiano como "o meu amiguinho". Em português não tem nada demais, mas em italiano, se dissermos "il mio amico" tudo bem, mas em  "il mio amichetto" o significado muda (amichetto = amante). O "amiguinho" da minha aluna ficou roxo de vergonha ao ser apresentado, mas na ocasião ela não entendeu o motivo. Como coincidências não existem, ao ler a edição de abril da revista "Língua Portuguesa" achei o seguinte artigo que fala justamente do uso dos "ãos" e dos "inhos".

O uso generalizado dos sufixos -ão e -inho pode ser um sinal de quanto os falantes do idioma são passionais

Aldo Bizzocchi

"Faz um tempão que eu não como um pratão de feijoada, com aquele feijãozinho pretinho, aquele arrozinho esperto, uma linguicinha e um torresminho pra acompanhar, sem falar na indispensável caipirinha! Ou então uma cervejinha bem geladinha, que com esse calorão não tem coisa melhor." Talvez você nunca tenha se dado conta, mas a nossa língua, especialmente a língua falada, é repleta de palavras aumentativas e diminutivas.


Talvez seja essa uma das grandes diferenças do português: a sua facilidade em criar aumentativos e diminutivos a partir de qualquer palavra ("euzinho", "devagarinho", "rapidão" - o "poetinha" Vinicius de Moraes, que adorava diminutivos, chegou a cunhar "cartinhazinha" e "morrendinho"; Guimarães Rosa criou "amormeuzinho" e "assinzinho").


Derrubando mitos

Já que essas formas são tão caras ao português, é melhor antes de mais nada derrubar alguns mitos a respeito. Em primeiro lugar, ao contrário do que nos ensinaram na escola, o grau dos substantivos (normal, aumentativo ou diminutivo) ou o dos adjetivos (normal, comparativo e superlativo) não representa um fenômeno de flexão e sim de derivação. As categorias de flexão são obrigatórias, portanto todo substantivo possui número, e todo adjetivo, gênero e número. (A oposição masculino/feminino de alguns substantivos, como menino x menina, barco x barca, professor x professora, presidente x presidenta, rei x rainha, também constitui derivação e não flexão.) Tanto que a maioria dos substantivos não tem aumentativo nem diminutivo - a não ser poeticamente. Por isso, quem concorda em gênero, número e grau não entende de concordância.


Outro mito é o de que aumentativos representam coisas grandes, e diminutivos, coisas pequenas. "Fogão" não é um fogo grande; "balão" não é uma bala gigante. Além desses casos extremos de aumentativos e diminutivos puramente formais, existem muitos outros (a maioria) que revelam muito menos o tamanho do objeto do que nosso estado de espírito em relação a ele. Meu "filhinho" pode ter 1,90 m de altura, meu "brinquedinho" pode ser uma Ferrari, meu "cãozinho" pode ser um mastim napolitano. Em compensação, uma mulher não precisa ser alta nem gorda para ser um "mulherão". Às vezes, um diminutivo é aumentativo: "rapidinho" é muito rápido, "cedinho" é bem cedo, um sujeito "espertinho" é o mesmo que um "espertalhão".

Muitas línguas não têm sufixos formadores de diminutivos ou aumentativos. Em inglês, "cachorrinho" é little dog (literalmente, "cachorro pequeno") ou puppy dog ("cão filhote"). Os poucos diminutivos ingleses portadores de sufixos são formais e estão fossilizados na língua: booklet (livreto), leaflet (folheto), eyelet (ilhós), duckling (patinho), kitten (gatinho). Outros são nomes próprios: Yardley (jardinzinho), Brooklyn (riachinho), Beverly (castorzinho). Até a expressão idiomática "um pouquinho" se diz a little bit.


Prefixos e sufixos

O inglês não tem nenhum sufixo aumentativo. Daí "carrão" ser fast car (carro veloz) e "amigão" close friend ou best friend (amigo íntimo ou melhor amigo). O alemão usa os prefixos diminutivos -chen e -lein um pouco mais extensivamente que o inglês (Hündchen, "cãozinho"; "Büchlein", "livrinho"), mas também desconhece prefixos aumentativos.

Dentre as línguas românicas, a situação do francês é bem semelhante à do inglês: "pouquinho" é petit peu, "Joãozinho" é petit Jean, e assim por diante. Já o italiano e o espanhol se assemelham mais ao português. O italiano, por sinal, utiliza com frequência advérbios no aumentativo ou diminutivo: benino ("razoavelmente bem"), benone ("muito bem"), maluccio ("um pouquinho mal"), malaccio ("muito mal"). Mas nenhuma língua que eu conheça usa aumentativos e diminutivos tão abundantemente como o português. E, o que é mais interessante, com as mais variadas nuances de sentido, do apreço ("queridinho") ao desprezo ("mulherzinha"), do carinho ("filhão") ao ódio ("bandidão"). Parece que uma cervejinha é muito mais gostosa e refrescante do que uma simples cerveja. Uma comidinha caseira é sempre apetitosa. E um cochilinho depois do almoço é altamente relaxante e reparador. E nada é mais gratificante do que torcer para o Timão, o Verdão, o Mengão . Como diríamos tudo isso em inglês? Little beer, little food, Big Team, Big
Green? Essas expressões podem até ser pronunciadas, mas nada significam na língua de Shakespeare. Nem na de Racine, nem na de Dante, nem na de Goethe.


Enfim, se é verdade que as línguas podem revelar a visão de mundo de seus falantes, eu arriscaria dizer que vemos o mundo com olhos sentimentais e compassivos. Talvez seja a cordialidade de que falou Sérgio Buarque de Holanda em Raízes do Brasil. Cordialidade que não se confunde com gentileza ou polidez; somos cordiais no sentido etimológico do termo (do latim cor, cordis, "coração"). Nossa fala é impregnada de sentimento, mesmo quando pretendemos ser neutros e objetivos, e o uso generalizado dos sufixos -ão e -inho, que se agregam a praticamente qualquer classe gramatical, mostra o quanto somos passionais.


Aldo Bizzocchi é doutor em linguística pela USP e autor de Léxico e Ideologia na Europa Ocidental (Annablume)






sábado, 19 de novembro de 2011

L'importanza del limone




Il limone appartiene al gruppo della frutta acidula, caratterizzata, come tutti gli agrumi, da un'elevata presenza di acqua (90% circa), vitamina C (50 mg ogni 100 grami, come l'arancia) e acido citrico e da un basso contenuto di zucchero.

L'apporto calorico del limone è molto basso: 11-27 calorie per ogni 100 grammi. Non esiste un altro frutto fresco così poco calorico, quindi è particolarmente adatto per le diete dimagranti. Questa caratteristica è poco sfruttata, perché il limone non si presta ad essere gustato come frutta fresca a causa del sapore intensamente acidulo.

È invece molto indicato come bevanda dissetante (100 grammi di succo di limone danno solamente 10-25 calorie) o per aromatizzare altre bevande. Il tè al limone e la granita al limone sono bevande dissetanti naturali a basso titolo calorico. L'apporto calorico del sorbetto al limone è inferiore a quello di un sorbetto alla crema di latte oppure alla cioccolata.

Il succo di limone viene sovente usato in sostituzione dell'aceto per rendere diversi piatti più stuzzicanti e appetitosi. L'acido citrico contenuto nel limone è infatti un acido debole, ben tollerato dall'organismo umano. Un'insalata condita con olio e limone è anche più ricca dal punto di vista nutritivo per l'apporto di vitamina C (nell'aceto non esiste tale vitamina). Il sapore acidulo del limone è molto sfruttato negli antipasti come stimolante la secrezione gastrica.

Anche la scorza del limone, per merito delle essenze che contiene, è apprezzata come correttivo del sapore: purtroppo oggi i limoni sono trattati con anticrittogamici e sostanze speciali che consentono di programmare la maturazione. Di conseguenza é preferibile eliminare la scorza e ricorrere solo al succo, più sicuro dal punto di vista igienico.

Il limone ha il grande pregio di essere disponibile dal fruttivendolo in ogni momento dell'anno: conviene scegliere comunque quelli a buccia sottile ed evitare quelli a buccia spessa e grossa.

Penne al limone

Ingredienti:
400 grammi di penne, 30 grammi di margarina, una cipolla, un peperone verde, 2 limoni, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, sale

Per 4 persone
Tempo di preparazione: 20 minuti

Preparazione:
Mondate il peperone e tagliatelo a striscioline. Tagliate a velo la cipolla. In un tegame sciogliete la margarina: versate la cipolla e il peperone, salate e bagnate con il succo filtrato dei limoni. Cuocete per 10 minuti, mescolando spesso. Lessate intanto le penne in acqua bollente salata. Scolate la pasta al dente e conditela con il sugo di cipolla e peperone, mescolando velocemente. Spolverate di formaggio grattugiato e decorate con scorzette di limone.

("Mangiar sano" - testo del dott. Renzo Pellati e ricetta di Patrizia Novak - rivista Grazia)


L'importanza del latte




Il latte occupa una posizione fondamentale nell'alimentazione. Durante i primi mesi di vita è insostituibile, però è molto importante anche durante la gravidanza, l'allattamento, nella terza età e in ogni periodo della vita. Contiene grassi e proteine ad alto valore biologico (facilmente utilizzabili dal nostro organismo), lattosio (uno zucchero necessario per un corretto funzionamento di determinate strutture del sistema nervoso), notevoli quantità di sali minerali (calcio in particolare), vitamina A, D, complesso B.

Non è vero che, per la conservazione del latte, sono indispensabili delle sostanze chimiche (peggiorerebbero il sapore e la qualità del prodotto). Per conservare e risanare il latte è sufficiente la somministrazione di calore e il confezionamento in recipienti che garantiscano la salubrità.

Il latte pastorizzato, definito anche "fresco", è certamente raccomandabile dal punto di vista nutritivo. Quando non è possibile disporre di latte pastorizzato, conviene preferire il latte U.H.T., a media conservazione (4 mesi) perché anch'esso fa registrare lievi modificazioni delle proprietà organolettiche e nutritive. Il latte che porta in etichetta la semplice dicitura "sterilizzato" è un latte a lunga conservazione, dove la distruzione delle vitamine è più evidente.

Il termine "omogeneizzato" che compare nelle etichette non ha niente a che vedere con i processi di risanamento e di conservazione: significa che le molecole di grasso sono state rese più piccole e più numerose e quindi più facilmente digeribili.

La quantità di grasso del latte intero (3,5%) può essere parzialmente ridotta (1,8%) o totalmente ridotta (latte scremato, la quantità di grasso massima è lo 0,5%). Diminuendo la quantità di grasso, diminuisce naturalmente anche l'apporto calorico: 100 grammi di latte scremato danno 36 calorie: 100 grammio di latte intero danno t64 calorie. Nel latte scremato il contenuto di vitamine liposolubili (A-D) è ovviamente ridotto.

Torta alla ricotta

Ingredienti:
una confezione di pasta sfoglia surgelata, 300 grammi di ricotta, 2 uova, 2 dl di latte, 2 cucchiai di panna, sale, maggiorana, erba cipollina, farina bianca

Per 4 - 6 persone
Tempo di preparazione: un'ora

Preparazione:
Scongelate la pasta e ricavatene una sfoglia sottile con la quale fodererete una tortiera infarinata. Riunite nel frullatore la ricotta, il latte, la panna, le uova intere, la maggiorana e l'erba cipollina. Frullate fino ad avere un composto cremoso e regolate il sale. Versate il ripieno nell'involucro di pasta e cuocete in forno a 190º per 40 minuti. Servite la torta tiepida o fredda.

("Mangiar sano" - testo del dott. Renzo Pellati e ricetta di Patrizia Novak - rivista Grazia)


A minha homenagem a Gene Kelly


Gene Kelly cantando e dançando na chuva. Quando gravou a cena o ator estava com febre.


Com Fred Astaire em  "The Babbitt and the Bromide"


Com Cyd Charisse em "Cantando na chuva"


Com Frank Sinatra em "Take me out to the ballgame"


Com Donald O'Connor em "Moses supposes" de "Cantando na chuva"


Com Jerry em "Marujos do amor"

The glory of Gershwin


Sempre gostei de cinema e música e a primeira vez que ouvi uma composição de George e Ira Gershwin foi no filme "Sinfonia de Paris" com Gene Kelly e Leslie Caron. Há alguns anos entrei em uma loja de discos e quando vi o álbum "the glory of Gershwin" o comprei na hora. Chegando em casa constatei que as composições são interpretadas por vários cantores como Sting, Elton John, Cher, entre outros. E com a presença de Larry Adler com sua gaita maravilhosa. O álbum foi produzido em 1994 por George Martin.


Elton John interpreta "Someone to watch over me" e "Our love is here to stay"

Sting interpreta "Nice work if you can get it"

Lisa Stansfield interpreta "They can't take that away from me"

Issy Van Randwyck interpreta "I'll build a stairway to paradise"

Peter Gabriel interpreta "Summertime"

Chris De Burgh interpreta "Do what you do"

Carly Simon interpreta "I've got a crush on you"




Diário de vida - Finais felizes em filmes

Se não for agora, nunca mais. Assumi e aceitei o meu lado mais do que romântico (será uma característica de meu signo, Câncer ?)


Filme "Serendipity" (Escrito nas estrelas) com John Cusack e Kate Beckinsale


"Pane e tulipani" di Silvio Soldini con Licia Maglietta e Bruno Ganz


"Prova de fogo" filme "gospel" com Kirk Cameron


"Mensagem para você" com Tom Hanks e Meg Ryan


"Sintonia de amor" com Tom Hanks e Meg Ryan





Tema da vitória - Maestro Eduardo Souto Neto



O "tema da vitória" foi composto especialmente para as corridas de Fórmula 1 transmitidas pela Rede Globo. O seu autor é o maestro Eduardo Souto Neto e a gravação foi feita em 1981 pela banda Roupa Nova que na época trabalhava para a emissora carioca. O "tema da vitória" foi composto para ser a trilha sonora das vitórias no Grande Prêmio do Brasil (independentemetne da nacionalidade). Foi executada pela primeira vez com a vitória de Nelson Piquet em 1983 e depois com a de Alain Prost em 1984. Somente em 1986 a música passou a ser executada a cada vitória de um brasileiro. O tema marcou a conquista do tricampeonato de Piquet em 1987 e os títulos de Ayrton Senna em 1988, 1990 e 1991. Pelo acidente fatal ocorrido em Imola no Grande Prêmio de San Marino em 1º de maio de 1994 o "tema da vitória" ficará para sempre associado ao grande e inesquecível Ayrton Senna da Silva.

sexta-feira, 18 de novembro de 2011

Diário de vida - E a faxina continua... (Chris Allmeida)


Consegui fazer a faxina com as roupas e  arrumei as revistas também (as italianas e as de cinema) e resolvi começar a mexer com os livros. Vou levar um pouco de tempo porque cada prateleira está com 2 ou 3 fileiras de livros e preciso tirar tudo para poder arrumar. Mas o interessante é que já tirei a maior parte dos livros policiais e de suspense, porque já não fazem sentido para mim. Logo que comecei o processo de autoconhecimento percebi que tinha parado completamente de assistir a seriados americanos como CSI, Criminal Minds, etc, e quando vi os livros do mesmo estilo no fundo da estante percebi que dificilmente os irei ler ou reler. O "setor" da estante mais difícil de arrumar será o de italiano com certeza, porque, além de gostar de ler,  há 20 anos o único modo de se atualizar era comprando material quando viajava para a Itália. Então vocês podem imaginar a quantidade. Apesar de fazer faxina periodicamente ainda tenho muitos livros. Ufa!!!

A nossa jabuticaba, quem diria...

Olha aí que interessante!!! A jabuticaba, nossa pequena notável!!! Fruta 100% brasileira. É dela que vamos falar. Discreta no quintal de nossa casa, ela contém teores espantosos de substâncias protetoras do peito. Ganha até da uva e provavelmente do vinho, que é festejado no mundo inteiro por evitar infartos. Você vai conhecer agora uma revelação científica, e das boas, que acabar de cair do pé!

A química Daniela Brotto Lopes Terci nem estava preocupada com as coisas que se passam com o coração. Tudo o que ela queria, em um laboratório da Universidade Estadual de Campinas (Unicamp), no interior paulista, era encontrar na natureza pigmentos capazes de substituir os corantes artificiais usados na indústria alimentícia. E, claro, quando se fala em cores, a jabuticaba chama a atenção. Roxa? Azulada? Cá entre nós, jabuticaba tem cor de...jabuticaba. Mas o que tingiria a sua casca? A cientista quase deu um pulo para trás ao conferir: "enormes porções de antocianinas", foi a resposta. Desculpe o palavrão, mas é como são chamadas aquelas substâncias que, sim, são pigmentos presentes nas uvas escuras e, conseqüentemente, no vinho tinto, apontados como grandes benfeitores das artérias.

Daniela jamais tinha suspeitado de que havia tanta antocianina ali, na jabuticaba, aliás, nem ela nem ninguém. "Os trabalhos a respeito dessa fruta são muito escassos", tenta justificar a pesquisadora, que também mediu a dosagem de antocianinas da amora. Ironia, o fruto da videiera saiu perdendo no ranking, enquanto o da jabuticabeira ... Dê só uma olhada (o número representa a quantidade de miligramas das benditas antocianinas por grama da fruta):
Jabuticaba: 314
amora: 290
Uva: 227

As antocianinas dão o tom. "Se um fruto tem cor arroxeada é porque elas estão ali", entrega a nutricionista Karla Silva, da Universidade Estadual do Norte Fluminense, no Rio de Janeiro. No reino vegetal, esse tingimento serve para atrair os pássaros. E isso é importante para espalhar as sementes e garantir a perpetuação da espécie", explica Daniela Terci, da Unicamp.

Para a Medicina, o interesse nas antocianinas é outro. "Elas têm uma potente ação antioxidante", completa a pesquisadora de Campinas. Ou seja, uma vez em circulação, ajudam a varrer as moléculas instáveis de radicais livres. Esse efeito, observado em tubos de ensaio, dá uma pista para a gente compreender porque a incidência de tumores e problemas cardíacos é menor entre consumidores de alimentos ricos no pigmento. Ultimamente surgem estudos apontando uma nova ligação: as tais substâncias antioxidantes também auxiliariam a estabilizar o açúcar no sangue dos diabéticos. Se a maior concentração de antocianinas está na casca, não dá para você simplesmente cuspi-la. Tudo bem, engoliar a capa preta também é difícil. A saída, sugerida pelos especialistas, é batê-la no preparo de sucos ou usá-la em geléias. A boa notícia é que altas temperaturas não degradam suas substâncias benéficas.

Os sucos, particularmente, rendem experiências bem coloridas. A nutricionista Solange Brazaca, da Escola Superior de Agricultura Luiz de Queiroz (Esalq), em Piracicaba, interior paulista, dá lições que parecem saídas da alquimia. "Misturar a jabuticaba com o abacaxi resulta numa bebida azulada", ensina. "Já algumas gotas de limão deixam o suco avermelhado". As variações ocorrem devido a diferenças de pH e pela união de pigmentos ácidos.

Mas vale a pena lembrar a velha máxima saudável: bateu, tomou. "Luz e oxigênio reagem com as moléculas protetoras", diz a professora. Não é só a saúde que sai perdendo: o líquido fica com cor e sabor alterados. Aliás, no caso da jabuticaba, há outro complicador. Delicada, a fruta se modifica assim que é arrancada da árvore. "Como tem muito açúcar, a fermentação acontece no mesmo dia da colheita", conta a engenheira agrônoma Sarita Leonel, da Universidade Estadual Paulista, em Botucatu. A dica é guardá-la em saco plástico e na geladeira. Agora, para quem tem uma jabuticabeira, que privilégio! A professora repete o que já diziam os nossos avós: "Jabuticaba se chupa no pé".

O branco tem seu valor. A bioquímica Edna Amante, do laboratório de frutas e hortaliças da Universidade Federal de Santa Catarina, destaca alguns nutrientes da parte branca e mais consumida da jabuticaba. "É na polpa que a gente encontra ferro, fósforo, vitamina C e boas doses de niacina, uma vitamina do complexo B que facilita a digestão e ainda nos ajuda a eliminar toxinas".

Ufa! E não só nessa polpa, mas também na casca escura, você tem excelentes teores de pectina. "Essa fibra tem sido muito indicada para derrubar os níveis de colesterol, entre outras coisas", conta a nutricionista Karla Silva. A pectina, portanto, faz uma excelente dobradinha com as antocianinas no fruto da jabuticabeira. Daí o discurso inflamado dessa especialista, fã de carteirinha: "A jabuticaba deveria ser mais valorizada, consumida e explorada". Nós concordamos, e você?

Nativa do Brasil, a jabuticabeira costuma medir entre 6 e 9 metros e é conhecida desde o período do descobrimento. "A espécie é encontrada de norte a sul, desde o Pará até o Rio Grande do Sul", diz o engenheiro agrônomo João Alexio Scarpare Filho, da Esalq. Segundo ele, a palavra jabuticabeira vem do tupi e quer dizer "fruto em botão".

(texto de Regina Pereira)