La piccola di Cappelle sul Tavo che incontrò al “Centro” i suoi cantanti preferiti ha raccolto i suoi pensieri da «diversamente uguale: passo la mia vita a sognare»
PESCARA. Ileana Dorotea D'Emilio ha 12 anni e una grande passione per i cantanti del Volo. La sua vita di bimba dal doppio nome è già stata segnata da tantissime avventure, alcune belle e altre meno, ma tutte vissute con un invidiabile sorriso che le illumina il viso. Fin da quando era in fasce per la sua famiglia è stato un continuo correre da un ospedale all'altro, alla ricerca della cura giusta per quella brutta malattia che ha colpito la piccola. Un male che ha portato Ileana a sviluppare una straordinaria sensibilità e una saggezza insolita per una bimba che frequenta la prima media. In genere a questa età ci si affida alle pagine di un diario segreto per confidare sogni, pensieri e stati d'animo.
Ma la piccola, originaria di Cappelle sul Tavo, ha deciso di fare molto di più: le sue riflessioni di bimba «diversamente uguale», come le piace definirsi, i racconti della quotidianità e quel buonumore perenne nonostante i momenti difficili si stanno trasformando in un libricino. E a giudicare da quello che scrive, Ileana il segreto più grande lo ha già imparato: «Se non ci fossero le cose brutte, la nostra vita sarebbe monotona», scrive nel primo capitolo del suo volume, «perché se non esistessero le cose brutte, non potrebbero mai arrivare le cose belle. Ho capito queste cose essendo diversamente uguale». La storia delicata e commovente di Ileana ha toccato anche la sensibilità dei tre cantanti del Volo. Nell'estate 2015 Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetti e Piero Baroni hanno conosciuto la bimba nella redazione del Centro, durante un incontro con i lettori. Qualche mese dopo, gli artisti hanno registrato un video per la loro piccola fan, facendole arrivare uno speciale in bocca al lupo prima di un'operazione. «Da quel momento», racconta commossa la madre di Ileana, Angelica Colombaro, «mia figlia non ha più smesso di ascoltare le loro canzoni. La musica del Volo l'ha sempre accompagnata e l'ha resa felice nei momenti complicati. Adesso, da qualche settimana, ha iniziato a scrivere il suo libro, ma ha fatto tutto da sola e non ha detto niente a nessuno».
«Dedico questo libro ai miei dottori, prof, maestre, amici, alle persone che mi vogliono bene, alla mia famiglia, ma soprattutto a mia mamma che ha vissuto questa avventura con me», racconta entusiasta Ileana. Il libro spazia tra riflessioni acute sui difetti e le differenze tra le persone e pensieri profondi sull'importanza di inseguire i propri sogni. Come quando scrive: «Sognare mi ha sempre aiutata, a riflettere e decidere il mio futuro, ad ampliare la mia immaginazione e creatività, ma soprattutto a darmi il buon umore. Sono sempre stata una bambina col sorriso stampato in faccia, perché vedo la vita da un altro punto di vista e perché sogno, sogno e sogno, è la cosa che faccio di più e che mi riesce meglio; sognare mi aiuta a superare le tante buche che si trovano sulla strada della vita, e io di buche ne ho incontrate tante». La malattia è affrontata con leggerezza, così come la sua storia di bimba di 12 anni che è già andata in ospedale «più di 100 volte», subendo 9 operazioni: «Avevo solo 15 giorni quando sul volto e sulla gamba destra mi spuntarono macchie rosse, ma non piatte, "tridimensionali", non erano voglie né bruciature, erano angiomi. Lì iniziò l'avventura più grande che potessi vivere, la via per essere ugualmente diversa ai miei coetanei. Ora, rispetto a prima, sono migliorata molto, prima sulla fronte avevo un corno rosso, adesso è la metà della metà».
Dalle pagine di Ileana traspare il legame fitto con tutti i medici che l'hanno curata, in particolare Andrea Diociaiuti, l'angiologo che lei chiama "dottore bello" e con la sua insegnante di Cappelle, Mariarita. Infine un posto speciale nel suo cuore (e nel libro che sta scrivendo) è occupato dai cantanti del Volo. «Sono famosa, ci credete? Beh è vero grazie al Volo», racconta ricordando la visita al Centro e il video augurale che le è stato recapitato prima dell'operazione: «L'anno scorso, mi operai proprio il giorno del mio compleanno.
In sala operatoria mi cantavano tanti auguri. Più sfortunati di me non si può essere, per questi motivi mi rifugio nei sogni». Il suo desiderio, una volta terminata l'opera, è di riuscire a incontrare gli artisti, per portargli il libro di persona.
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