segunda-feira, 26 de agosto de 2013

Il corpo parla: 5 segnali precisi


Si fa presto a dire: "Negare sempre, anche l'evidenza". Il nostro corpo, indipendentemente dalla nostra volontà e dagli sforzi che mettiamo in atto per controllarlo, esprime più e meglio di un intero discorso il nostro reale stato d'animo. E attraverso una serie di segnali rivela, a un osservatore attento, la verità.


LINGUAGGIO CONFUSO

Chi mente, sollecitato a dare spiegazioni riguardo a suoi comportamenti poco plausibili, tende a esprimersi in modo incoerente e confuso. Arriva anche a balbettare, a mangiarsi le parole e a parlare troppo in fretta. Le aree del cervello che devono risolvere il problema di individuare una scusa, e sostenerla, sono anche quelle preposte al linguaggio, all'attenzione e al ragionamento: il doppio binario sul quale devono impegnarsi genera confusione.


SGUARDO SFUGGENTE

Gli occhi di chi mente assumono un'espressione diversa da quella abituale: sfuggente o vuota. Anche i falsi sorrisi sono facilmente riconoscibili: le labbra sono distese ma gli occhi non ridono. Le aree del cervello che governano la visione sono impegnate a visualizzare una  via d'uscita, per questo gli occhi di chi sta mentendo si distolgono frequentemente dal viso di chi si sta confrontando. Addirittura, tendono anche a volgersi in direzione di porte e finestre.


BATTITO CARDIACO ACCELERATO

Il cuore batte più velocemente e la pressione tende a salire. Ciò è utile per fare arrivare più sangue e ossigeno alle cellule nervose.


MANI NERVOSE

Le mani di chi mente tendono a venire agitate in modo scomposto. Spesso vengono portate davanti alla bocca quasi a "coprire" ciò che si sta dicendo. Le braccia spesso sono tenute attaccate alle cosce o ripiegate sul petto. Attenzione anche al pugno sinistro: quello sinistro è il lato emotivo del corpo e il pugno può essere serrato per "contenere" la tensione.


PIEDI E GINOCCHIA CHE BATTONO

Quando i piedi e le ginocchia sono in frenetico movimento stanno sprimendo un inconscio desiderio di fuga o di allontanamento da ciò che viene percepito come un pericolo. Si tratta di una specie di surrogato della corsa.



(testo pubblicato sulla rivista Airone nº 314 - ano XXVII - giugno 2007)


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