quarta-feira, 29 de fevereiro de 2012
Eutanásia , um tema polêmico
Belíssima interpretação de Javier Bardem no filme "Mar Adentro" (áudio em espanhol)
Cenas do filme "Menina de Ouro"
Altri casi di Cesar Millan 2
Il potere del branco
Luci forti, che problema
Che noia la vita da cani - prima parte
Che noia la vita da cani - seconda parte
La bontà dei salumi
Dagli Etruschi, che esportavano il "crudo", alle scrofe con il DNA antistress: i mille segreti dei salumi.
Grassi, puzzolenti, perennemente infangati e persino un po' stupidi. Se i maiali ve li immaginate così, siete fuori strada. O, almeno, fuori tempo. Prendete, ad esempio, BO100954, una delle 25 mila scrofe da riproduzione registrate nel libro genealogico suino, una sorta di anagrafe elettronica tenuta dall'Associazione nazionale allevatori. Mangia per lo più soia, mais e siero di latte, ha una doccia a disposizione che può utilizzare quando le pare, e porta un sensore sotto pelle per rilevare l'eventuale insorgere di malattie.
Di lei, che fa parte di un programma genetico partito nel 1990 per migliorare la qualità dei salumi, filetti, prosciutti e costine, si sa tutto: data di nascita, alimentazione, peso, maialini partoriti (in media, 20 all'anno per 3 anni). E non è tutto: il suo DNA è privo di un particolare gene che nei maiali è portatore di stress e rende le carni pallide e poco saporite. Piccoli miracoli della genetica, certo, ma siamo in buona compagnia: in Olanda sono riusciti a creare dei suini con due costole in più, e il motivo è facile da immaginare.
Salvadanaio da tavola
Il maiale, simbolo di fortuna, abbondanza e risparmio (salvadanai), è da sempre una delle maggiori risorse alimentari dell'umanità. A Heidelberg, in Germania, gli hanno persino dedicato un museo. Da noi, forse, non ce n'è bisogno: sono ancora nella memoria di generazioni d'italiani i riti del giorno in cui con una stilettata al cuore si uccideva il maiale; per i contadini era uno dei momenti più importanti dell'anno, anche per la tradizionale maialata, pantagruelico pranzo che aveva lo scopo di consumare le parti di più difficile conservazione.
Carni e salumi, alcuni dei quali conservati per anni, significavano energia per combattere il freddo o sopportare la fatica. "Non è un caso che fino ai primi dell '900 lardo e strutto costassero più del prosciutto e della carne" spiega Giovanni Ballarini, antropologo dell'alimentazione a Parma.
Oggi l'uccisione è meno cruenta (si preferisce tramortire l'animale con scariche elettriche o anidride carbonica e quindi abbatterlo quando è incosciente) e i ricercatori, selezionando e incrociando le migliori razze (come la Large White o la Landrace) sono riusciti a ridurre drasticamente la quantità di grasso (da 8 a 3 centimetri sotto la cotenna e dal 10 al 3% nella muscolatura). E a rendere i nostri salumi fra i più nutrienti e digeribili del mondo. "Un recente studio dell'Istituto nazionale della nutrizione" dice Francesco Ciani, direttore dell'Istituto nord-est qualità, "ha rivelato che nelle carni suine prodotte in Italia c'è in media il 30% in meno di colesterolo rispetto a quanto succedeva 20-25 anni fa. E questo perché ormai la macellazione avviene non prima dei nove mesi di età, quando l'animale ha almeno 160 chili e i grassi insaturi hanno preso il sopravvento su quelli saturi e più dannosi" (presenti in quantità superiori persino nelle carni di vitello). Aggiunge Ballarini: "E non dimentichiamo che i maiali sono ormai vegetariani, altro che onnivori".
60 milioni di cosce
Oggi vengono macellati nel nostro Paese circa 12 milioni di maiali l'anno. Salumerie e supermercati vendono qualcosa come 60 milioni di cosce (fra prosciutti cotti e crudi), 36 milioni delle quali provenienti dall'estero. Ognuno di noi mangia in media 2,75 chili di maiale al mese, ossa comprese (la Germania supera i 4). Dei 12 milioni di suini abbattuti, circa 8 milioni sono destinati ai circuiti certificati, all'interno dei quali ciascun capo è nato e cresciuto in allevamenti controllati e può essere in ogni istante rintracciato attraverso sigle e tatuaggi: sono suini che finiscono in prosciutti di San Daniele e Parma (senz'altro il più celebre del mondo), mortadella, speck dell'Alto Adige, salami di Varzi e in altre 19 specialità di origine o identificazione geografica protette.
Italianissimo prosciutto
La produzione di questi salumi è regolata da una sorta di manuale approvato dall'Unione europea ed è seguita "dalla mangiatoia al bancone di vendita" anche dagli ispettori di alcuni organismi indipendenti (fra l'altro accertano che le carni utilizzate siano rigorosamente italiane). Ad esempio, per diventare crudo Dop, le cosce devono attraversare una decina di fasi rigorosamente standardizzate. Spiega mario Cichetti, direttore del Consorzio di San Daniele: "Inizialmente le cosce vengono raffreddate e portate a una temperatura omogenea, per lavorarle più facilmente, quindi messe sotto sale per tanti giorni quanti sono i chili della coscia lavorata: durante questo periodo la carne si asciuga gradatamente (è proprio questo, d'altronde, il significato della parola prosciutto, ovvero prosciugato), per poi essere appesa in verticale, pressata per circa 48 ore, fatta riposare per 90-100 giorni, lavata e rivitalizzata con acqua a 45 gradi, asciugata e stagionata per altri 7-8 mesi". Il segreto della bontà ? "Come per il prosciutto di Parma, sulla qualità del prodotto influiscono l'esperienza dei mastri stagionatori e il microclima che, anche se in maniera diversa, caratterizza le due localitá" dice Cichetti.
Origine della mortadella
La mortadella, conosciuta in molte zone d'Italia e nel mondo come "bologna", ha una ricetta in parte segreta, ma già il suo nome (da mortaio) ne rivela l'origine: un tempo era fatta con le parti meno pregiate dell'animale, mescolate con cubetti di grasso di gola, passate al mortaio e cotte lentamente fino a gelificarne la massa. Oggi la carne viene tritata finissima ed è in genere di buona qualità. Un etto contiene meno calorie di un piatto di pasta e appena 60 mg di colesterolo (come la carne bianca).
Pane, salame e fantasia
E il salame ? "Ne esistono tante varietà quante sono le famiglie che lo producono" dice Ballarini. Ma che cos'è ? È un alimento fatto con grasso e carne di maiale tritati, fermentati e insaccati in un budello con l'aggiunta di sale e infine stagionato per qualche mese. Tutto qui ? Macché. A passeggio per l'Emilia Romagna o la Lombardia ci si può imbattere in salami conditi con aglio, uova, altre carni e persino cacao, uvetta o canditi. E che dire, poi del ciauscolo marchigiano, una sorta di Nutella di porco fatta con le parti più grassi dell'animale (60%), tritate più e più volte e mischiate a pepe, sale e vino ? O della salama ferrarese, una piccola sfera legata come un melone a sei spicchi e ripiena di lardo, lingua, spalla, stinco, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e chissà che altro ancora, cotta a fuoco lento e servita a cucchiaiate ?
La parola salame indica anche una persona sciocca. È un equivoco gastronomico: "Sciocco, infatti, significa insipido, ovvero senza sale, che invece è proprio uno degli ingredienti fondamentali" spiega Ballarini.
L'uomo con il maiale si è davvero sbizzarrito e oggi le varietà di prodotti che vi si ricavano sono pressoché infinite. Dai sanguinacci (sangue cotto, talvolta misto a farina) al prosciutto cotto, dallo speck (la coscia del maiale disossata e trattata con il fumo) alle salsicce (salame non stagionato), dalla pancetta al cotechino, fino al culatello.
Romani e cinesi
Racconta Ballarini: "Già gli antichi romani apprezzavano le salsicce di porco (dette luganighe, ovvero preparate dai Lucani) e i loro eserciti si nutrivano di prosciutto crudo, capace di conservarsi a lungo (non è un caso che l'emblema sugli scudi della X Legio emiliana fosse proprio un porco). Inoltre a Torcello, a sud di Mantova, é stato ritrovato un deposito di 70 mila frammenti ossi di suino, ma neppure un femore: risalgono all'epoca degli Etruschi, quando l'animale non si allevava ma si cacciava". Che già all'epoca i prosciutti fossero dei beni da esportare è quindi più che un sospetto.
La prima rappresentazione di un salame risale però addirittura al 1166 a.C. ed è quella ritrovata a Tebe nella tomba del faraone egiziano Ramsete III. La mortadella, dal canto suo, è nata nel I secolo d.C. in Bonomia, l'attuale Bologna. "Il primo moderno allevamento di suini di cui si ha traccia" conclude Ballarini "è invece quello della fattoria di Settefinestre, vicino a Roma (I sec. a.C.), ma già nel 700 a.C. Omero raccontò di un porcile nell'Odissea".
Anche questa volta, tuttavia, i cinesi potrebbero averci battuto: secondo alcuni studiosi, infatti, in Oriente avrebbero cominciato ad allevare porci 9 mila anni fa.
Salvadanaio da tavola
Il maiale, simbolo di fortuna, abbondanza e risparmio (salvadanai), è da sempre una delle maggiori risorse alimentari dell'umanità. A Heidelberg, in Germania, gli hanno persino dedicato un museo. Da noi, forse, non ce n'è bisogno: sono ancora nella memoria di generazioni d'italiani i riti del giorno in cui con una stilettata al cuore si uccideva il maiale; per i contadini era uno dei momenti più importanti dell'anno, anche per la tradizionale maialata, pantagruelico pranzo che aveva lo scopo di consumare le parti di più difficile conservazione.
Carni e salumi, alcuni dei quali conservati per anni, significavano energia per combattere il freddo o sopportare la fatica. "Non è un caso che fino ai primi dell '900 lardo e strutto costassero più del prosciutto e della carne" spiega Giovanni Ballarini, antropologo dell'alimentazione a Parma.
Oggi l'uccisione è meno cruenta (si preferisce tramortire l'animale con scariche elettriche o anidride carbonica e quindi abbatterlo quando è incosciente) e i ricercatori, selezionando e incrociando le migliori razze (come la Large White o la Landrace) sono riusciti a ridurre drasticamente la quantità di grasso (da 8 a 3 centimetri sotto la cotenna e dal 10 al 3% nella muscolatura). E a rendere i nostri salumi fra i più nutrienti e digeribili del mondo. "Un recente studio dell'Istituto nazionale della nutrizione" dice Francesco Ciani, direttore dell'Istituto nord-est qualità, "ha rivelato che nelle carni suine prodotte in Italia c'è in media il 30% in meno di colesterolo rispetto a quanto succedeva 20-25 anni fa. E questo perché ormai la macellazione avviene non prima dei nove mesi di età, quando l'animale ha almeno 160 chili e i grassi insaturi hanno preso il sopravvento su quelli saturi e più dannosi" (presenti in quantità superiori persino nelle carni di vitello). Aggiunge Ballarini: "E non dimentichiamo che i maiali sono ormai vegetariani, altro che onnivori".
60 milioni di cosce
Oggi vengono macellati nel nostro Paese circa 12 milioni di maiali l'anno. Salumerie e supermercati vendono qualcosa come 60 milioni di cosce (fra prosciutti cotti e crudi), 36 milioni delle quali provenienti dall'estero. Ognuno di noi mangia in media 2,75 chili di maiale al mese, ossa comprese (la Germania supera i 4). Dei 12 milioni di suini abbattuti, circa 8 milioni sono destinati ai circuiti certificati, all'interno dei quali ciascun capo è nato e cresciuto in allevamenti controllati e può essere in ogni istante rintracciato attraverso sigle e tatuaggi: sono suini che finiscono in prosciutti di San Daniele e Parma (senz'altro il più celebre del mondo), mortadella, speck dell'Alto Adige, salami di Varzi e in altre 19 specialità di origine o identificazione geografica protette.
Italianissimo prosciutto
La produzione di questi salumi è regolata da una sorta di manuale approvato dall'Unione europea ed è seguita "dalla mangiatoia al bancone di vendita" anche dagli ispettori di alcuni organismi indipendenti (fra l'altro accertano che le carni utilizzate siano rigorosamente italiane). Ad esempio, per diventare crudo Dop, le cosce devono attraversare una decina di fasi rigorosamente standardizzate. Spiega mario Cichetti, direttore del Consorzio di San Daniele: "Inizialmente le cosce vengono raffreddate e portate a una temperatura omogenea, per lavorarle più facilmente, quindi messe sotto sale per tanti giorni quanti sono i chili della coscia lavorata: durante questo periodo la carne si asciuga gradatamente (è proprio questo, d'altronde, il significato della parola prosciutto, ovvero prosciugato), per poi essere appesa in verticale, pressata per circa 48 ore, fatta riposare per 90-100 giorni, lavata e rivitalizzata con acqua a 45 gradi, asciugata e stagionata per altri 7-8 mesi". Il segreto della bontà ? "Come per il prosciutto di Parma, sulla qualità del prodotto influiscono l'esperienza dei mastri stagionatori e il microclima che, anche se in maniera diversa, caratterizza le due localitá" dice Cichetti.
Origine della mortadella
La mortadella, conosciuta in molte zone d'Italia e nel mondo come "bologna", ha una ricetta in parte segreta, ma già il suo nome (da mortaio) ne rivela l'origine: un tempo era fatta con le parti meno pregiate dell'animale, mescolate con cubetti di grasso di gola, passate al mortaio e cotte lentamente fino a gelificarne la massa. Oggi la carne viene tritata finissima ed è in genere di buona qualità. Un etto contiene meno calorie di un piatto di pasta e appena 60 mg di colesterolo (come la carne bianca).
Pane, salame e fantasia
E il salame ? "Ne esistono tante varietà quante sono le famiglie che lo producono" dice Ballarini. Ma che cos'è ? È un alimento fatto con grasso e carne di maiale tritati, fermentati e insaccati in un budello con l'aggiunta di sale e infine stagionato per qualche mese. Tutto qui ? Macché. A passeggio per l'Emilia Romagna o la Lombardia ci si può imbattere in salami conditi con aglio, uova, altre carni e persino cacao, uvetta o canditi. E che dire, poi del ciauscolo marchigiano, una sorta di Nutella di porco fatta con le parti più grassi dell'animale (60%), tritate più e più volte e mischiate a pepe, sale e vino ? O della salama ferrarese, una piccola sfera legata come un melone a sei spicchi e ripiena di lardo, lingua, spalla, stinco, cannella, noce moscata, chiodi di garofano e chissà che altro ancora, cotta a fuoco lento e servita a cucchiaiate ?
La parola salame indica anche una persona sciocca. È un equivoco gastronomico: "Sciocco, infatti, significa insipido, ovvero senza sale, che invece è proprio uno degli ingredienti fondamentali" spiega Ballarini.
L'uomo con il maiale si è davvero sbizzarrito e oggi le varietà di prodotti che vi si ricavano sono pressoché infinite. Dai sanguinacci (sangue cotto, talvolta misto a farina) al prosciutto cotto, dallo speck (la coscia del maiale disossata e trattata con il fumo) alle salsicce (salame non stagionato), dalla pancetta al cotechino, fino al culatello.
Romani e cinesi
Racconta Ballarini: "Già gli antichi romani apprezzavano le salsicce di porco (dette luganighe, ovvero preparate dai Lucani) e i loro eserciti si nutrivano di prosciutto crudo, capace di conservarsi a lungo (non è un caso che l'emblema sugli scudi della X Legio emiliana fosse proprio un porco). Inoltre a Torcello, a sud di Mantova, é stato ritrovato un deposito di 70 mila frammenti ossi di suino, ma neppure un femore: risalgono all'epoca degli Etruschi, quando l'animale non si allevava ma si cacciava". Che già all'epoca i prosciutti fossero dei beni da esportare è quindi più che un sospetto.
La prima rappresentazione di un salame risale però addirittura al 1166 a.C. ed è quella ritrovata a Tebe nella tomba del faraone egiziano Ramsete III. La mortadella, dal canto suo, è nata nel I secolo d.C. in Bonomia, l'attuale Bologna. "Il primo moderno allevamento di suini di cui si ha traccia" conclude Ballarini "è invece quello della fattoria di Settefinestre, vicino a Roma (I sec. a.C.), ma già nel 700 a.C. Omero raccontò di un porcile nell'Odissea".
Anche questa volta, tuttavia, i cinesi potrebbero averci battuto: secondo alcuni studiosi, infatti, in Oriente avrebbero cominciato ad allevare porci 9 mila anni fa.
(testo scritto da Michele Scozzai e pubblicato sulla rivista Focus)
Workshop em São Paulo - EFT e o perdão
Estou encaminhando o convite do André Lima para o workshop, "EFT e o perdão" que ele fará em São Paulo.
Olá Pessoal,
Nos dias 17e 18 de março, em São Paulo, estarei ministrando um workshop com o tema EFT e o Perdão. Uma excelente oportunidade para começar muito bem o ano, e se livrar de muita carga emocional acumulada.
O tema do perdão será estudado com profundidade, aliado com a prática da EFT que traz resultados extremamente eficazes no desbloqueio e liberação desentimentos negativos que nos impedem de experimentar o perdão e a paz que isso nos traz.
Embora muitos saibam da importância do perdão, é difícil encontrar alguém que realmente consiga praticá-lo. É comum as pessoas relatarem que:
Tem medo de perdoar e serem lesadas novamente;
Acham injusto dar o perdão para alguém que tenha cometido algo inaceitável;
Gostariam de perdoar pessoas e fatos passados, mas não conseguem se libertar dos sentimentos negativos;
Sentem-se culpadas por não conseguir perdoar;
Não compreendem porque não conseguem perdoar.
Aprenda neste curso:
O que é o e que Não é o perdão e a sua importância
As crenças limitantes que acabam sabotando o processo do perdão e como dissolver essas crenças
Como utilizar a EFT para dissolver sentimentos negativos levando a um perdão verdadeiro
A importância fundamental da EFT para se atingir uma paz profunda
A relação entre a falta do perdão e o vitimismo e como isso sabota a nossa vida
A importância do auto perdão e o uso da EFT para esta finalidade
A relação entre perdão e aceitação
A importância de perdoar cada momento levando a uma vida de crescente paz e realização
Como a falta do perdão mexe com a nossa saúde física
A relação entre perdão e paz interior
Como a falta do perdão mexe com a nossa auto estima
Perdoando o imperdoável: o único caminho para se ficarem paz
Precisamos guardar algum nível de ressentimento para nos proteger?
Se eu perdoar ficarei mais vulnerável?
O apego do ego aos ressentimentos
As pressões sociais contra o perdão
A necessidade de pedir ao outro perdão para conseguir se perdoar
Culpa e auto perdão - é justo se perdoar quando tenho consciencia que fiz algo errado?
O auto perdão pode tornar alguém irresponsável?
Além disso, teremos muito trabalho de autoaplicação de EFT para dissolver nossas questões emocionais durante o workshop, trazendo alivio e paz interior. Será um intenso trabalho em final de semana que trará um benefício que muitas vezes não se consegue em meses de terapia.
Não precisa ter qualquer conhecimento prévio de EFT.
Para ver todos os detalhes arespeito desse workshop (valores, local, data, conteudo e etc...), é só acessar:
abraços,
Andre Lima - www.eftbr.com.br
terça-feira, 28 de fevereiro de 2012
Diário de vida - O não merecimento
O sentimento de não merecimento está ligado muito ao complexo de inferioridade. Não somos bons o bastante por mais que esforcemos, o outro pode fazer melhor e custamos a acreditar quando nos elogiam.
Pessoalmente já tive esse sentimento várias vezes, mas felizmente com a ajuda dos cursos de autoconhecimento que tenho feito, consegui superar o complexo do patinho feio.
Mais uma vez vou pegar como exemplo Adrian Monk. Antes de falar sobre o tema proposto gostaria de dizer porque essa personagem me atrai tanto. Quando estava na faculdade (sou formada em Letras), uma das leituras que fiz foi do livro "A personagem de ficção". Nele se fala da personagem plana e personagem redonda. No primeiro tipo as características são mais simples, com atitudes previsíveis e no segundo as características são mais complexas e imprevisíveis e há uma evolução durante a narrativa. É o que acontece com o detetive mais cheio de manias que já existiu.
Voltando ao assunto, em um episódio da 7ª temporada Adrian faz amizade com a sua vizinha e estabelece com ela uma relação de mãe e filho. Ele não acredita que isso esteja acontecendo e acha que há algo errado. O interessante é que nas sessões com o psiquiatra o detetive fala de sua mãe verdadeira como a "outra mãe".
Com o desenrolar da trama, a vizinha em questão se torna suspeita de ter assassinado um homem e quando ela afirma veementemente que não cometeu nenhum crime, Adrian não acredita nela. No final tudo é esclarecido, mas infelizmente a ligação tão especial que tinha se estabelecido entre eles se desfaz. Tudo porque ele nunca achou que merecia ser amado. O mesmo aconteceu quando ele encontrou Trudy que se tornaria sua esposa. Ele não se achava merecedor desse amor e após a sua morte a sua síndrome de TOC aumentou sensivelmente a ponto de ter que contar com uma assistente o tempo todo: no início Sharona e depois Natalie. Além do sentimento de não merecimento, para Adrian Monk a razão de homem da lei acaba prevalecendo sobre seus sentimentos. Como aconteceu no episódio no qual se apaixona e acaba entregando à justiça a mãe de sua amada.
Entrevista com o Roupa Nova - Chico Pinheiro (Programa Sarau)
Domingo comecei a fazer caminhada. Hoje fui de novo e estou gostando da experiência. Antes de voltar para casa passei na quitanda para comprar algumas coisas e a rádio estava tocando a canção "Sapato Velho". Logo que cheguei em casa a ouvi de novo e resolvi fazer essa postagem em homenagem à banda da qual sou fã de carteirinha.
Diário de vida - A minha seleção do DVD "Roupa Nova em Londres"
Fãs de carteirinha dos Beatles, a banda Roupa Nova decidiu gravar um novo CD e DVD no Abbey Road Studios. Atitude corajosa por vários motivos: primeiro pelo alto custo do investimento e depois porque decidiram gravar um CD no qual a maioria das canções são inéditas.
Após ter organizado cuidadosamente a viagem, o sexteto partiu para realizar talvez o maior sonho profissional de suas vidas: eles estavam no mesmo estúdio onde os quatro rapazes de Liverpool gravaram os seus maiores sucessos. O Serginho Herval ficou emocionadíssimo quando soube que a sua bateria tinha sido colocada no mesmo lugar onde ficava a do Ringo Starr.
Tudo isso foi possível também pelo fato do Roupa Nova ter uma gravadora própria, a Roupa Nova Music onde já tinham sido feitos o Roupacústico e o Roupacústico 2.
A primeira vez que ouvi o DVD não fiquei muito envolvida pelas músicas, apesar das belíssimas paisagens escolhidas com carinho pela banda, mas depois fiquei apaixonada. Já assisti aos 4 DVDs inúmeras vezes e ainda não me cansei. Aliás, essa foi mesmo uma atitude corajosa da banda: gravar um CD de músicas inéditas é complicado porque o público sempre pede os grandes sucessos, mas eles apostaram e deu certo. Sou uma fã recente do Roupa Nova, mas acabo fazendo uma pequena divulgação quando dou os DVDs deles de presente para os meus amigos.
O DVD "Roupa Nova em Londres" recebeu o prêmio Grammy Latino como melhor álbum pop contemporâneo em 2009.
"Do outro lado da calçada" - Serginho Herval
"Cantar faz feliz o coração" - Ricardo Feghali canta e toca com uma guitarra rosa da Hello Kitty
"Reacender" - Paulinho e Ben's Brother
"Lembranças" - Nando
She's leaving home - Roupa Nova cantando a cappella
Os rapazes atravessando a famosa faixa de pedestres na Abbey Road
segunda-feira, 27 de fevereiro de 2012
Interviste con Pier Paolo Pasolini
Pasolini parla della lingua italiana
Che senso ha scrivere ?
Biagi intervista Pasolini - I medium di massa
L'ultima intervista (audio in francese con sottotitoli in italiano)
La nostra lingua italiana - un omaggio alla lingua del bel paese
"La nostra lingua italiana" - Riccardo Cocciante
La Gioconda e i suoi segreti
Il paesaggio dietro la Gioconda - Alberto Angela
Il segreto della Gioconda (programma Voyager)
A importância da caminhada
Como fazer alongamento antes de fazer caminhada
Como fazer uma boa caminhada
Conheça os benefícios da caminhada
caminhada - dicas e benefícios
O que somos dentro se reflete fora - Cristina Cairo
testa grande e testa pequena
dentes
dentes incisivos separados
boca, chakra laríngeo e mau hálito
lábios grossos e lábios finos
queixos
seios grandes e seios pequenos
bumbum grande e bumbum pequeno
panturrilha grossa e panturrilha fina
pisada para dentro e pisada para fora
cãimbras
varizes
pontualidade
Diário de vida - Você quer ter razão ou ser feliz ? - Júlio Machado
Mais uma vez vou usar a série "Monk" como exemplo. Em um episódio da 7ª temporada "O senhor Monk se apaixona", a mulher, pela qual ele se sente atraído, é suspeita do assassinato de um taxista. Desde o início ele afirma que ela não é culpada, embora todos acreditem que o detetive não está sendo imparcial por estar apaixonado pela primeira vez após 14 anos da morte de sua mulher, Trudy.
A importância da aceitação - André Lima
Estou postando mais um texto interessante mandado pelo André Lima, terapeuta de EFT (Acupuntura Emocional sem Agulhas).
Ao aplicarmos a EFT para dissolver a raiva e afrustração que surgem em nós a partir das situações do dia a dia entramos mais facilmente no estado da aceitação. A energia da reclamação, da frustração é dissolvida e os pensamentos negativos desaparecem.
A vida sempre nos traz situações contrárias às nossas expectativas. No nosso dia a dia vários eventos ocorrem fora do nosso planejamento, contrariando aquilo que desejamos. Pode ser até mesmo uma pequena bobagem, como um telefonema que atrapalha a nossa concentração ou uma queda temporária da internet por exemplo, mas não há um único dia em que não ocorra algo em desacordo com as nossas expectativas.
Ao passarmos por essas experiências geramos dentro de nós uma negatividade. São sentimentos desconfortáveis de raiva,frustração. Todos eles são formas de não aceitação do ocorrido. Parece algo muito natural e normal.
A não aceitação é uma resistência interior a algo que está acontecendo naquele momento, ou que já aconteceu no passado. Travamos uma luta interna que gera negatividade e nos faz sofrer por não querermos aquele resultado.Mas a situação já está ali ou já foi.Inconscientemente é como se acreditássemos que ao criar a resistência interior conseguiremos mudar a situação.Mas é claro que isso é uma ilusão. O que pode mudar a situação em alguns casos é a tomada de alguma providência. A resistência interior adiciona apenas sofrimento para nós mesmos e não traz nenhum resultado prático. Em muitos casos não há providência alguma a ser tomada e apenas sofremos impotentes com a nossa resistência.
Vamos agora a exemplos práticos. Eu estava a caminho do aeroporto de Recife, para ir ao Rio e de lá pegar outro avião. Recebi a ligação da agência de viagens informando que a companhia aérea que faria o vôo a partir do Rio estava em greve e meu vôo seria cancelado. Imediatamente começou a surgir um estado interior de tensão e resistência como se minha mente estivesse dizendo "isso não era para ter acontecido, que coisa chata, e agora, vai me causar um transtorno...". Mas já tinha acontecido. Não foi um estado de tensão muito grande, mas consegui percebê-lo. Assim que percebi resolvi voluntariamente soltar aquela tensão e aceitar a situação para que eu ficasse em paz, criando zero de resistência interior ao fato ocorrido.
Esse tipo de resistência surge de forma automática, é um velho condicionamento mental que vem passando por gerações e leva o ser humano a sofrer desnecessariamente. Alguns possuem esse condicionamento mais intenso e sofrem mais. Já outras pessoas vivem mais profundamente o estado de aceitação quando algo ocorre fora das expectativas e sentem mais paz do que a maioria.
No meu caso, não havia mais nada que eu pudesse fazer, a não ser aguardar as instruções da agência ao chegar ao Rio.Resolvi então que iria entrar no estado de aceitação e a partir daí tomaria as providências que fossem necessárias. Há alguns anos atrás essa mesma situação certamente teria causado muito mais sofrimento.
Tudo isso que falei é extremamente simples e óbvio. Mesmo assim, vivemos criando a não aceitação o tempo todo nas mais diversas situações. Entramos nesse estado de forma inconsciente e é preciso a auto observação para mudar essa forma de reagir.
A reclamação é uma das formas mais óbvias da não aceitação. Reclamar da chuva, do atraso, do prejuízo, da doença, do engarrafamento, da comida ou de qualquer outra coisa. Não me refiro em si às palavras que são usadas para apontar uma situação, como por exemplo ao dizer "o trânsito está lentíssimo e vou chegar atrasado", e sim, ao sentimento que está por trás das palavras. Se houver um sentimento negativo, isto sim é que é a não aceitação.
Se você aponta algo como "o dia está chuvoso" e não há qualquer sentimento negativo por trás, então não há reclamação. Você está apenas descrevendo o dia, sem sofrimento, aceitando o clima do jeito que ele está. Não há uma resistência interior que inconscientemente tenta mudar o que já é. A partir daí você pode ou não tomar alguma providência, se sentindo em paz.
Mas é possível também dizer que o dia está chuvoso e sentir uma raiva, frustração ou qualquer outro sentimento. Nesse caso a descrição do tempo vem acompanhada de não aceitação, que é uma contrariedade interior, que não fará a menor diferença para o clima, mas nos causará desconforto.
Pode ser que você decida ficar em casa por causa da chuva. A partir daí podem surgir mais sentimentos de não aceitação que se manifestam através de comentários mentais: "ai, vou deixar de fazer isso e aquilo que é importante...". Mas não tem como fazer agora. E resistir a isso com esses pensamentos e sentimentos apenas gera sofrimento.
Caso decida pegar o guarda chuva e sair, podem brotar outros sentimentos de resistência que vão gerar pensamentos: "a rua está cheia de lama, e odeio me sujar. Vai acabar com minha escova que dei hoje no cabelo e sinto raiva desse prejuízo".
Normalmente quando tomamos consciência do quanto esse processo apenas nos causa sofrimento, começamos a deixar voluntariamente de criar resistência. Mas a não aceitação aparecerá em vários momentos, involuntariamente, por ser um velho condicionamento. "É muito difícil aceitar as coisas como são!". É o que a nossa mente vai nos dizer. Na verdade é mais difícil não aceitar, pois há um gasto de energia e gera sofrimento. A aceitação é simples, não requer qualquer ação. É um simples permitir que as coisas existam da forma que são sem ir contra elas nem tentar controlá-las, até por que ir contra interiormente não resolve nada.
Quando nos sentimos incomodados com a maneira de ser de alguém estamos também criando não aceitação. Ao aceitarmos as pessoas do jeito que são nosso sofrimento acaba. Isso não significa dizer que você não possa colocar limites ou apontar algo para outra pessoa, ou mesmo se afastar de alguém.Mas você pode fazer isso sem gerar a negatividade interna. Primeiro você aceita, depois age.
Aceitar e depois agir, caso seja possível fazer algo para mudar a situação. E se não for possível agir, que se aceite em paz aquilo que é. Isso pode ser praticado para qualquer tipo de situação e leva a uma vida de crescente paz. Viver assim é agir com sabedoria. Viver na não aceitação é deixar que o ego e a mente condicionada cresçam e dominem a nossa vida nos gerando sofrimento. É preciso ficar atento.
Ao aplicarmos a EFT para dissolver a raiva e afrustração que surgem em nós a partir das situações do dia a dia entramos mais facilmente no estado da aceitação. A energia da reclamação, da frustração é dissolvida e os pensamentos negativos desaparecem.
Para quem quiser aprender ter uma experiência mais profunda com a EFT, estarei ministrando cursos de EFT e o Perdão nas seguintes cidades:
São Paulo: http://www.eftbr.com.br/curso-presencial.asp?i=40
Curitiba: http://www.eftbr.com.br/curso-presencial.asp?i=53
Curitiba: http://www.eftbr.com.br/curso-presencial.asp?i=53
Florianópolis: http://www.eftbr.com.br/curso-presencial.asp?i=54
Rio de Janeiro: http://www.eftbr.com.br/curso-presencial.asp?i=41
Abraços,
Andre Lima - www.eftbr.com.br
domingo, 26 de fevereiro de 2012
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