segunda-feira, 13 de fevereiro de 2012

Diario di vita - Faccia a faccia (The Kid)

Ho cominciato ad ammirare il lavoro di Bruce Willis nello sceneggiato "Moonlighting" in cui fa il detective David Addison che lavora accanto a Cybill Shepherd nella parte della sua socia, Maddie Hayes. Quando è uscito in DVD ho comprato tutte e quattro le stagioni.

Poi ho seguito la sua carriera al cinema: ho visto il campione d'incasso "Die Hard" nonché gli altri 3 film della quadrilogia, "Hudson Hawk", "L'esercito delle dodici scimmie", "Il quinto elemento", "Il sesto senso" per citarne alcuni.

Ma c'è un filme che mi ha colpito molto e continua a colpire (si può vedere dal fatto che l'ho già citato in due post) e si chiama "Faccia a faccia" (The Kid in inglese e Duas Vidas in portoghese).

Il film è stato girato nel 2000 e diretto da John Turteltaub.

Bruce Willis interpreta Russ Duritz, un uomo ricco di soldi e soddisfazioni professionali ma povero di affetti. Una sera quando arriva a casa (protetta come una vera fortezza) vede un bambino e si arrabbia tantissimo,  ma quando sta per chiamare la polizia lo guarda meglio e si rende conto che gli è molto familiare: Russ, un quasi quarantenne si trova davanti al piccolo Rusty all'età di otto anni. Il bambino era  venuto a riprendere il suo piccolo aeroplano rosso.

All'inizio non ci vuole credere e prende delle medicine pensando che si tratti di un'allucinazione ma poi vede che il suo piccolo io è proprio reale. Oltre al bambino Russ vede in continuazione un aereo rosso e non capisce il perché. Coinvolge anche la sua segretaria Janet affinché lo aiuti a far sparire Rusty.

Russ ha un'assistente, Amy, che è innamorata di lui e che prova a farlo sorridere, ad non essere tanto chiuso, cinico  e scorbutico.

Se per Russ, Rusty è un bambino buffo e perdente perché i suoi compagni di scuola lo prendono sempre in giro,  per il piccolo la sua versione adulta è un fallito perché a quarant'anni non è sposato, non è un pilota, non ha un cane chiamato Chester e inoltre ha un tic nervoso.

Quello che mi ha colpito nel film che avrò visto una decina di volte (ho perfino comprato il DVD in Italia benché l'avessi già preso in Brasile) è il fatto che rincontrare Rusty ha permesso a Russ di recuperare la sua fanciulezza, il suo bambino interiore. Infatti il tic nervoso gli è venuto quando ha saputo che la madre sarebbe morta alcuni mesi dopo.

Russ fa un sacco di domande a Rusty per cercare di capire il motivo per cui il piccolo è venuto a trovarlo nel futuro. E quando scoprono il momento chiave tutti e due tornano 32 anni indietro.

Rusty vince la lotta contro il leader della scuola ma dopo essere arrivato a casa riceve la notizia della malattia grave di sua madre e comincia a piangere, ma suo padre lo rimprovera e esige che lui smetta di farlo... ed ecco che gli viene il tic nervoso.

In questo momento anche Russ comincia a piangere, cosa che non faceva da 32 anni e Rusty lo prende in giro.

Vanno a mangiare qualcosa per festeggiare il loro compleanno pensando che nulla sarebbe cambiato ed ecco che Chester, un bel golden retriever, entra nel bar. Si alzano di scatto e fuori incontrano un signore settantenne molto familiare a tutti e due. Era l'anziano Russ Duritz: pilota, sposato (indovinate con chi ?) e che ha un cane.

È stata idea sua lasciare il piccolo aeroplano a casa di Russ. È avvincente la scena in cui tutti e tre appaiono insieme.

Quando ho visto il film la prima volta ne sono rimasta affascinata, ma ora significa molto di più perché ho capito che nessun adulto dovrebbe mai far morire il suo fanciullo interiore. Essere bambino non significa essere infantile. Ridere, non prendersi tanto sul serio, prendersela con filosofia, non aver paura di tentare una, due, tre, mille volte, non aver paura di soffrire sono delle cose che aiutano a sciogliere le vecchie credenze rendendoci di nuovo allegri e felici. E non dobbiamo rinunciare mai ai nostri sogni.

















Russ è ricco di soldi e soddisfazioni professionali ma povero di affetti. Una notte, trova a casa sua un ragazzino che gli somiglia come una goccia d'acqua: è lui stesso, nella forma sgraziata e grassottella, bersaglio delle prepotenze dei compagni di scuola di trentadue anni prima. I due non si piacciono per niente. Russ disprezza il bambino che era, giudicandolo un perdente; l'altro ritiene il suo doppio adulto un fallito, uno sfigato cronico, perché non ha una donna da amare né un cane e ha rinunciato al sogno di fare il pilota d'aereo. Va da sé che l'esperienza sarà terapeutica.

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