quinta-feira, 26 de janeiro de 2012

La gabbianella e il gatto

Il regista Enzo D'Alò ha realizzato in due anni un sogno impossibile: girare un film d'animazione che possa competere con Disney & Co. È nata così 'La gabbianella e il gatto": una storia che è un inno alla tolleranza.

Il loro segreto ? La morbidezza del disegno, i colori pastello, un gusto grafico specificamente italiano, che non è espressione di ottuso provincialismo, ma affermazione di un'individualità perfezionata con lo studio del lavoro degli altri, americani, giapponesi ed europei. Grazie a queste prerogative Enzo D'Alò e il team della Lanterna Magica hanno affrontato questa sfida.

Già, perché "La gabbianella e il gatto" è il secondo film cartoon del regista napoletano (operativo dagli anni '70 a Torino), già autore di "La freccia azzurra", il primo cartoon italiano a diffusione internazionale.

Tratto da "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" del cileno Luís Sepúlveda, il film di D'Alò (che ha curato la sceneggiatura insieme a Umberto Marino), prodotto dalla Cecchi Gori, ha potuto contare su un alto budget che ha consentito di riunire i più accreditati animatori e tecnici italiani in una squadra che (coordinata da Silvio Pautassio, direttore dell'animazione, da Walter Cavazzuti e Michel Fuzellier, responsabili rispettivamente dei personaggi e delle ambientazioni) ha lavorato per quasi due anni.

Nascono così i 75 minuti della storia di Fortunata, gabbianella orfana, adottata e cresciuta dal gatto Zorba e dai suoi amici felini, che hanno promesso alla morente Kengah, gabbiana avvelenata dal petroleo, di non mangiare il suo uovo, di aver cura del pulcino e, soprattutto, di insegnargli a volare.


Inizio della storia - Il poeta e sua figlia

L'avvelenamento della gabbiana Kengah

I gatti si riuniscono per aiutare Kengah

Come fa un gatto a covare un uovo ?

Siamo gatti

Cercando Fortunata

Insegnando Fortunata a volare

Fortunata vola


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