Lo denuncia uno dei curatori del Museo del Louvre dove è esposta l'opera di Leonardo. Lo confermano gli esami ai raggi X e a infrarossi. Come salvare il capolavoro?
Polvere, fumo, umidità e il semplice trascorrere del tempo che, nonostante le tecnologie avanzate, non si può fermare. Tutti questi elementi stanno rendendo il ritratto più famoso del mondo sempre più scuro, secondo Vincent Delieuvin, curatore delle tele italiane al Museo del Louvre. A suo parere, entro 5 anni la Monna Lisa potrebbe perdere il suo fascino ed entro 20 diventare irriconoscibile. Per anni la Gioconda, dipinta intorno al 1510 da Leonardo, è stata studiata con tecnologie avanzate: riflettografie, cioè indagini ai raggi infrarossi che consentono di vedere gli strati dipinti e i disegni preparatori, e altre analisi sul dipinto hanno confermato che il pittore ha utilizzato diversi strati di vernice per la tela.
Sono proprio questi strati pittorici che definiscono la particolare tecnica sfumata del quadro e persino il misterioso sorriso della Monna Lisa, realizzato grazie a sovrapposizioni di vernice e colori a olio. Dibattito aperto: c'è chi, come il curatore Delieuvin, vuole procedere subito al restauro per "ripulire" il ritratto (con solventi a base di acqua e gel che rimuovono le vernici ingiallite senza penetrare nello strato pittorico), e chi è convinto, come lo storico dell'arte Jacques Franck, che un intervento sia troppo rischioso. La controversia rimane, per ora, irrisolta, mentre la Gioconda continua a essere visitata quotidianamente da oltre 20mila persone, ben protetta da uno speciale vetro antiproiettile e da una teca dotata di regolatore di umidità che difende il quadro da batteri e impurità che oltre 8 milioni di visitatori rilasciano nella stanza, cercando con queste precauzioni di rallentare l'annerimento della superficie.
(testo pubblicato sulla rivista Airone nº 390 - ottobre 2013)
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