L'omeopatia è considerata nel mondo occidentale la medicina "alternativa" per eccellenza, ma è sempre stata oggetto di diatribe tra l'enorme successo come potente mezzo di "guarigione naturale" e l'illusione di un "effetto placebo". Secondo il tedesco Samuel Hahnemann, fondatore di questa disciplina, per curare una malattia o un malessere si deve assumere in bassissime dosi, una sostanza che generalmente provochi nell'organismo gli stessi sintomi che si vogliono eliminare.
Al contrario, nella medicina tradizionale si combattono i sintomi, solo nel caso dei vaccini si cerca di provocare reazioni simili al fine di aumentare le difese dell'organismo, ma al contrario dei vaccini, nei medicinali omeopatici non vi è alcuna traccia di sostanza chimica, poiché la sostanza (di origine minerale, vegetale o talvolta animale) usata come base per preparare il rimedio è stata fortemente diluita; rimane solo la "memoria" utile all'organismo per avviare il processo di guarigione.
È proprio grazie a questa diluizione che i rimedi omeopatici sono sicuri, atossici, privi di effetti collaterali e possono essere somministrati anche a donne in gravidanza o in allattamento, bambini ed animali, dove negli ultimi due casi, sicuramente l'effetto placebo è da escludersi.
I campi d'azione sui quali può agire l'omeopatia sono vasti, dalla cura di disturbi ansiosi, patologie influenzali, allergie, affezioni per le quali è richiesto l'uso di antibiotici e cortisonici, si possono prevenire e curare malattie gravi o croniche, patologie pediatriche fino a quelle oncologiche.
Seppur il mercato italiano dei medicinali omeopatici sia il terzo in Europa e vengano utilizzati da 1 italiano su 5, subentrano come sempre gli interessi economici e politici delle lobby farmaceutiche.
Dopo i continui fallimenti della medicina ufficiale, sempre più persone hanno spostato la loro attenzione sulla medicina alternativa, in particolar modo sull'omeopatia, e questo non è stato visto di buon occhio dalle case farmaceutiche, che si sono viste soffiare da sotto il naso una vasta fetta di mercato, equivalente a miliardi di euro l'anno.
Nella maggior parte della Comunità Europea, il costo dei rimedi omeopatici e di visite mediche dal medico omeopata, sono a carico del Sistema Sanitario, mentre per quello italiano non è così, è tutto a carico del paziente. In Francia, per esempio, la maggior parte dei medicinali omeopatici è rimborsabile per il 35%.
Ma cosa sta succedendo?
Ormai abbiamo appreso che i medicinali omeopatici non sono farmaci, ma dal giorno alla notte, l'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha preteso che anche per i prodotti omeopatici venissero fatte le analisi chimiche e di laboratorio come se fossero farmaci, ma le analisi costano tantissimo e sono a carico delle ditte di produzione che presto, per chi non l'avesse già fatto, si troveranno costrette a chiudere. Come già più volte sottolineato, i prodotti omeopatici sono naturali, ma alla loro scadenza le ditte produtrici sono state costrette a smaltirli come normali rifiuti tossici, pagando oltre 500 euro ad uscita.
Questo è a dir poco ridicolo se si pensa che ancora oggi i rimedi omeopatici sono considerati da molti come "acqua fresca".
Per distruggere il mercato omeopatico, le case farmaceutiche sono disposte a fare questo e altro pur di dirottare le persone verso i loro interessi.
Se non facciamo qualcosa molto presto tantissimi medicinali omeopatici spariranno dal mercato italiano e con essi anche la libertà di scelta di cura, nostro inviolabile diritto.
Possiamo essere favorevoli o meno all'uso di prodotti omeopatici e fitoterapici, ma la libertà di scelta dovrebbe rimanere sempre indiscussa. Molti pazienti stanno già facendo sentire la loro voce, attraverso il "Comitato Difendiamo l'Omeopatia" e attraverso una petizione stanno raccogliendo migliaia di firme affinché vengano cambiate immediatamente le norme vigenti.
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