segunda-feira, 10 de outubro de 2011

Domande e risposte


Che cosa significa la frase “di punto in bianco” ?
Il detto, che significa all’improvviso, di sorpresa, deriva dalla terminologia balistica: tirare di punto in bianco significa infatti tirare orizzontalmente, in modo che la traiettoria seguita dal proiettile, a partire dall’arma da fuoco fino al bersaglio, segua una linea retta e parallela al terreno.
Secondo Galileo Galilei, il tiro parallelo al piano veniva detto di punto in bianco, oppure tiro a livello, perché i bombardieri, per calibrare i tiri, utilizzavano la squadra con l’angolo retto diviso in dodici punti, definendo così l’elevazione al primo punto, al secondo punto, al terzo e così via. Il tiro che non aveva alcuna elevazione veniva detto tiro “di punto bianco”, cioè di punto zero.
Il significato figurato sarebbe legato al fatto che il tiro orizzontale, rispetto al tiro a parabola, arriva in modo imprevisto.

I tatuaggi non permanenti sono dannosi ?
Con tatuaggi non permanenti, o effimeri, si intendono le decorazioni sulla pelle fatte con l’henné, che durano circa 3 settimane. Non si tratta di veri tatuaggi, perché non c’è immissione di pigmento sotto la cute. L’henné è un prodotto vegetale, che si usa anche per tingere i capelli, e non ha controindicazioni. Talvolta, però, per rendere il colore più brillante, a esso viene aggiunta una sostanza chimica, la parafenilendiamina, che nei soggetti predisposti può causare forti dermatiti allergiche.
I tatuaggi “semipermanenti” sono invece quelli utilizzati per la colorazione del contorno delle labbra o delle palpebre. Vengono praticati con appositi strumenti che disegnano un tratto discontinuo, quasi a punti. Svaniscono nel tempo, ma in modo non previdibile, e possono avere sgradevoli effetti estetici. Per praticarli sono necessarie le precauzioni igienicosanitarie dei tatuaggi permanenti.

È vero che il celibato per sacerdoti non è sempre esistito ?
Gli apostoli erano sposati e nei primi tempi del cristianesimo il celibato dei sacerdoti non era formalizzato. Era però una pratica volontaria abbastanza diffusa. Una delle prime regole in proposito fu emanata dal concilio di Elvira (305-306 d.C.). Nei secoli successivi, il divieto di sposarsi per sacerdoti e vescovi veniva frequentemente infranto e Gregorio VII (eletto papa nel 1073) condannò con forza questa usanza, nell’ambito di una più generale moralizzazione della Chiesa. Ancora nel 1123, il concilio Lateranense dichiarò nulli i matrimoni dei prelati. Il Concilio di Trento (1545-1563) di nuovo stabilì ufficialmente il celibato dei preti. Attualmente, esso è imposto dal diritto canonico nella Chiesa cattolica romana, non nella Chiesa d’Oriente né tra i protestanti.

Perché il denaro è detto “grana” ?
 Il grano (ma al plurale si diceva invece “le grana”) era davvero il nome di un’antica moneta napoletana e siciliana, costituita da argento e rame e coniata in epoca medievale per poter disporre di denaro di piccolo taglio.
La sua origine è tuttora dibattuta dagli esperti di numismatica. L’ipotesi più accreditata, tuttavia, ne colloca senz’altro la diffusione nel XIV secolo, nell’area del Regno delle Due Sicilie. Quanto valeva il grano ? Equivaleva alla decima parte del carlino e a sua volta si divideva in parti di valore minore: i cavalli e i tornesi.
Il nome grano però evoca anche sia una piccola quantità di qualcosa, come nell’espressione “un grano di sale”, sia il valore antico del chicco del frumento, detto anche grano.

Qual è l’origine del modo di dire “bastian contrario” ?
“Bastian contario” è chi si oppone a tutto, sistematicamente. L’espressione, probabilmente di origine piemontese, deriva da un nome proprio, Sebastiano, ridotto familiarmente a Bastiano. Non a caso, un tempo si usava l’iniziale maiuscola quando il modo di dire veniva trascritto. Bastiano era lo stereotipo della persona polemica e ostinata, ma chi fosse di preciso non si sa.
Secondo alcuni vecchi dizionari, ci fu un Bastiano che di cognome faceva Contrario , “malfattore e morto impiccato”. Per altri, si tratta del brigante sabaudo Bastian Contrario (seconda metà del ‘600).
Qualcun antro, infine, sostiene che il primo Bastiano fu un pittore fiorentino rinascimentale di cattivo carattere.

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