Che cosa significa la frase “di punto in bianco” ?
Il detto, che
significa all’improvviso, di sorpresa, deriva dalla terminologia balistica:
tirare di punto in bianco significa infatti tirare orizzontalmente, in modo che
la traiettoria seguita dal proiettile, a partire dall’arma da fuoco fino al
bersaglio, segua una linea retta e parallela al terreno.Secondo Galileo Galilei, il tiro parallelo al piano veniva detto di punto in bianco, oppure tiro a livello, perché i bombardieri, per calibrare i tiri, utilizzavano la squadra con l’angolo retto diviso in dodici punti, definendo così l’elevazione al primo punto, al secondo punto, al terzo e così via. Il tiro che non aveva alcuna elevazione veniva detto tiro “di punto bianco”, cioè di punto zero.
Il significato figurato sarebbe legato al fatto che il tiro orizzontale, rispetto al tiro a parabola, arriva in modo imprevisto.
I tatuaggi non permanenti sono dannosi ?
Con tatuaggi non
permanenti, o effimeri, si intendono le decorazioni sulla pelle fatte con
l’henné, che durano circa 3 settimane. Non si tratta di veri tatuaggi, perché
non c’è immissione di pigmento sotto la cute. L’henné è un prodotto vegetale,
che si usa anche per tingere i capelli, e non ha controindicazioni. Talvolta,
però, per rendere il colore più brillante, a esso viene aggiunta una sostanza
chimica, la parafenilendiamina, che nei soggetti predisposti può causare forti
dermatiti allergiche.
I tatuaggi
“semipermanenti” sono invece quelli utilizzati per la colorazione del contorno
delle labbra o delle palpebre. Vengono praticati con appositi strumenti che
disegnano un tratto discontinuo, quasi a punti. Svaniscono nel tempo, ma in
modo non previdibile, e possono avere sgradevoli effetti estetici. Per
praticarli sono necessarie le precauzioni igienicosanitarie dei tatuaggi
permanenti.
Gli apostoli erano
sposati e nei primi tempi del cristianesimo il celibato dei sacerdoti non era
formalizzato. Era però una pratica volontaria abbastanza diffusa. Una delle
prime regole in proposito fu emanata dal concilio di Elvira (305-306 d.C.). Nei
secoli successivi, il divieto di sposarsi per sacerdoti e vescovi veniva
frequentemente infranto e Gregorio VII (eletto papa nel 1073) condannò con
forza questa usanza, nell’ambito di una più generale moralizzazione della
Chiesa. Ancora nel 1123, il concilio Lateranense dichiarò nulli i matrimoni dei
prelati. Il Concilio di Trento (1545-1563) di nuovo stabilì ufficialmente il
celibato dei preti. Attualmente, esso è imposto dal diritto canonico nella
Chiesa cattolica romana, non nella Chiesa d’Oriente né tra i protestanti.
Perché il denaro è detto “grana” ?
La sua origine è
tuttora dibattuta dagli esperti di numismatica. L’ipotesi più accreditata,
tuttavia, ne colloca senz’altro la diffusione nel XIV secolo, nell’area del
Regno delle Due Sicilie. Quanto valeva il grano ? Equivaleva alla decima parte
del carlino e a sua volta si divideva in parti di valore minore: i cavalli e i
tornesi.
Il nome grano però
evoca anche sia una piccola quantità di qualcosa, come nell’espressione “un
grano di sale”, sia il valore antico del chicco del frumento, detto anche
grano.
“Bastian contario”
è chi si oppone a tutto, sistematicamente. L’espressione, probabilmente di
origine piemontese, deriva da un nome proprio, Sebastiano, ridotto
familiarmente a Bastiano. Non a caso, un tempo si usava l’iniziale maiuscola
quando il modo di dire veniva trascritto. Bastiano era lo stereotipo della
persona polemica e ostinata, ma chi fosse di preciso non si sa.
Secondo alcuni
vecchi dizionari, ci fu un Bastiano che di cognome faceva Contrario ,
“malfattore e morto impiccato”. Per altri, si tratta del brigante sabaudo Bastian
Contrario (seconda metà del ‘600).
Qualcun antro,
infine, sostiene che il primo Bastiano fu un pittore fiorentino rinascimentale
di cattivo carattere.
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