Madame Adelaide era una vecchia signora, di grande classe e grande cuore, che abitava a Parigi, in una magnifica villa.
Viveva circondata dai suoi adorati micetti: Duchessa, una stupenda gatta d'angora e i suoi piccoli di nome Minou, Matisse e Bizet. Con loro vivevano anche Groviera, il topino compagno di giochi dei gattini, Frou-Frou, l'elegante giumenta e il maggiordomo Edgar, sempre educato e compito, ma dal cuore malvagio.
Spesso uscivano tutti insieme per fare una passeggiata in carrozza attraverso la città e questo era uno dei divertimenti più entusiasmanti per i tre gattini.
Un giorno, Madame Adelaide mandò a chiamare un suo vecchio amico, il notaio Hautecourt, poiché aveva deciso di fare testamento: tutti i suoi beni sarebbero andati a Duchessa e ai suoi piccoli e, dopo la loro morte, sarebbe stato Edgar, il maggiordomo, a ereditare la fortuna di Madame.
"Come, io dovrei aspettare che muoiano quegli odiosissimi gatti per avere l'eredità ?" si arrabbiò Edgar quando venne a conoscenza delle intenzioni di Madame. Decise allora di mettere a punto un piano criminoso per liberarsi di Duchessa e dei gattini. Una sera versò un potente sonnifero nel latte destinato alla loro cena.
E fu così che Groviera i topino, Duchessa e la sua famigliola, dopo aver bevuto il latte preparato dal maggiordomo, caddero in un sonno profondo.
Edgar allora ne approfittò per sistemare i gatti in una cesta che caricò furtivamente sulla sua motocicletta, allontanandosi poi a tutta velocità. Ben presto raggiunse la periferia della città e si diresse verso la campagna.
Ma all'improvviso, ecco apparire due simpatici e coraggiosi cani di campagna, Napoleone e Lafayette, i quali, infastiditi dal rumore provocato dalla motocicletta di Edgar, abbaiando come forsennati aggredirono il briccone proprio quando si apprestava ad attraversare un ponte.
"Maledette bestiacce!" urlava il maggiordomo mentre la motocicletta finiva fuori strada.
La cesta con i gatti cadde ai bordi del fiume sottostante mentre, con i cani alle calcagna, Edgar fu costretto a fare dietro front e tornarsene a Parigi.
Quando Duchessa finalmente si svegliò, rimase molto stupita di trovarsi in quel posto. Radunò attorno a sé i suoi micetti spaventati e cercò di tranquillizzarli.
Stavano proprio decidendo sul da farsi, quando improvvisamente si mise a piovere e allora, tutti insieme, si ripararono nella cesta e si riaddormentarono.
Intanto, a Parigi, il temporale aveva svegliato Madame, che si alzò per controllare che i gattini non avessero paura. Quale fu la sua preoccupazione quando vide il lettino vuoto! Li cercò ansiosamente per tutta la casa:
"Micetti, dove siete ? Venite fuori!" chiamava disperata.
Il mattino seguente il sole era tornato a splendere e Duchessa e i micetti si accoccolarono su un tronco d'albero, godendosi il calduccio. Mentre stavano pensando a come tornare a casa, passò di lì un simpatico gatto randagio di nome Romeo che promise di aiutarli a trovare la via di ritorno.
Proprio allora sopraggiunse un vecchio camion traballante: Romeo balzò sul parabrezza e spaventò tanto il conducente con i suoi feroci miagolii, che questi fermò la vettura. Allora Romeo, Duchessa e i gattini si arrampicarono velocemente sul camion che riprese la sua corsa verso Parigi.
La fortuna volle che fosse il camion di un lattaio. I mici si gettarono golosamente sui bidoni, ma, nella foga, ne rovesciarono uno e il rumore richiamò l'attenzione del conducente.
"Andate via!" gridò arrabbiatissimo mettendoli in fuga.
Dopo un lungo cammino, il piccolo gruppo arrivò, esausto, a Parigi. Si era ormai fatto buio e così Romeo propose a Duchessa di condurre i micetti a casa sua, per trascorrervi la notte. La gattina accettò di buon grado.
Giunti a casa, vi trovarono Scat Cat, un gattone randagio musicista amico di Romeo, che con la sua banda di gatti vagabondi stava suonando fantastici pezzi jazz.
"Salve!" salutò Scat Cat e ricominciò a suonare per loro.
L'indomani mattina Duchessa, Minou, Matisse e Bizet, accompagnati da Romeo, si rimisero in cammino e finalmente arrivarono a casa di Madame Adelaide.
"Grazie Romeo, non dimenticheremo mai quanto hai fatto per noi!" dissero al loro nuovo amico, poi si avviarono per rientrare, quando ... ecco apparire Edgar che, vedendoli di ritorno, passò subito al contrattacco: si nascose dietro la porta e li rinchiuse in un sacco.
Il perfido maggiordomo portò quindi il sacco nella rimessa e lo nascose dentro un capace baule. "Ora vi sistemerò io!" esclamò sghignazzando. Sul coperchio attaccò un'etichetta con sopra scritto: Destinazione Timbuctú - Africa.
Fatto questo, avvertì un'impresa di trasporti perché venissero a ritirare il baule. Ma Groviera, il topino, aveva visto tutto e accorse in aiuto di Duchessa.
"Va' a chiamare Romeo, presto!" le disse la gattina.
Romeo, una volta avvertito, mandò Groviera a chiamare anche Scat Cat e la sua banda per avere rinforzi.
Quando arrivò la banda dei gatti randagi, Romeo si avventò contro il malvagio maggiordono gridando:
"Edgar, non avrai scampo!"
Dopo una lotta foribonda, un poderoso calcio di Frou-Frou lanciò Edgar dritto dritto nel baule destinato a Timbuctù. Allora gli amici lo chiusero e lo spedirono.
Madame Adelaide era così felice di avere di nuovo con sé i suoi adorati gattini, che non solo accettò Romeo come uno della famiglia, ma decise di accogliere nella sua grande e confortevole dimora tutti i gatti randagi della città.
Nenhum comentário:
Postar um comentário