Oggi la voce più comune per il vestito da gamba è, come tutti sappiamo, blue jeans, più spesso abbreviato in jeans. Sappiamo fin troppo come sono: calzoni lunghi di cotone grossolano e assai robusto, in origine di colore azzurro, senza risvolto, meglio se addirittura sfilacciati, che si rimboccano quanto occorre o quanto piace o non si rimboccano affatto. Hanno grosse cuciture assai evidenti, sono stretti fino allo spasimo, e portano solo due tasche posteriori, sulle quali la moda esige che sian cuciti certi marchi colorati con simboli e diciture anglo-americane. Par che sia molto raffinato scolorirli sulla parte anteriore delle cosce e sul sedere, e più vecchi e lisi sono e più costano e fanno scicche. Portati in tutti i quattro continenti, sono l'uniforme della gioventù d'oggi d'ambo i sessi.
In America questi blue jeans sono ancora adesso un rozzo indumento da lavoro, proprio dei vaccari delle grandi praterie. Il nome sonava all'origine blue genes, propriamente "blu di Genova" sottinteso "stoffa", perché si trattava inizialmente di una sorta di grosso fustagno azzurro fabbricato a Genova ed esportato in cassse con la dicitura in francese bleu Gênes. Letta all'inglese, ecco nascere i blue jeans.
(testo tratto dal libro Nella foresta del vocabolario di Aldo Gabrielli)
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